In questa guida super completa e dettagliata sulla fertilizzazione troverai tutto (ma proprio tutto) quello che c’è da sapere su come e quando concimare le orchidee.
Ogni quanto bisogna concimare le orchidee? Che fertilizzante usare? Si possono concimare le orchidee in fiore?
In questo post troverai le risposte a tutte queste domande, oltre a tantissime informazioni sul acqua da usare per le orchidee, il pH e i sali nutritivi. Imparerai quando concimare le orchidee e a dosare il fertilizzante al punto giusto, per garantire alle tue piante una crescita rigogliosa e costante.
Ti avverto che l’articolo è piuttosto lungo perché ho voluto approfondire l’argomento fino all’osso. Se sei di fretta ti consiglio di utilizzare l’indice qui sotto per trovare una risposta veloce.
Ecco di cosa parleremo
- Perché bisogna concimare le orchidee?
- Cosa sono i sali contenuti nel concime?
- Che acqua usare quando si concimano le orchidee
- I valori da tenere in considerazione quando si fertilizza
- Quando concimare le orchidee
- Come concimare le orchidee
- Come leggere le caratteristiche di un concime
- Che concime usare per le orchidee
- L'importanza del nitrato di calcio Ca(NO3)2
- Come concimare le orchidee in modo semplice
- Come fertilizzare le orchidee in modo avanzato
- Fertilizzante per orchidee – Macroelementi
- Fertilizzante per orchidee – Microelementi
- Domande frequenti
- Conclusioni
Perché bisogna concimare le orchidee?
Le orchidee, così come tutti gli organismi viventi su questo pianeta hanno bisogno di essere concimate con regolarità. I fertilizzanti che dobbiamo darli contengono tutti i nutrienti di cui hanno bisogno per crescere, fiorire e per svolgere una serie di processi metabolici fondamentali.
Insomma, per vivere le orchidee devono essere concimate.
In natura le orchidee epifite traggono il loro nutrimento dalla decomposizione di foglie secche, insetti, scarti animali, etc. Una serie di microorganismi decompongono (o meglio mineralizzano) queste sostanze che vengono poi dilavate dalla pioggia fino a raggiungere le radici di queste piante.
Quando coltiviamo orchidee in vaso purtroppo non è così, e per questo dobbiamo essere noi a fornirli tutto ciò di cui hanno bisogno, come il concime (in questo caso) ma anche la giusta quantità di luce, temperatura e umidità.
Se ci dimentichiamo di concimare le orchidee non appena acquistate per qualche tempo le cose continuano ad andare avanti, perché ci vengono vendute spesso in ottime condizioni e ben fertilizzate.
Ma dopo qualche settimana o mese, la carenza di fertilizzante può portare a:
- Carenze nutrizionali (come le foglie gialle per carenza di azoto ad esempio)
- crescita lenta,
- vulnerabilità a funghi e parassiti,
- mancata fioritura,
- blocco nella crescita,
- morte della pianta.
Non ti preoccupare, capisco che la concimazione possa intimorire ma in realtà sa essere molto semplice.
Basta sapere che fertilizzante usare, quando darlo e ogni quanto bisogna concimare le orchidee.
Cosa sono i sali contenuti nel concime?
I fertilizzanti minerali (che si distinguono da quelli organici) contengono una serie di elementi necessari alla crescita delle piante, come l’azoto (il più famoso), il fosforo, il potassio, e tanti altri che vedremo più avanti nel post.
Mentre i fertilizzanti organici (e non parlo di concimi fatti in casa) devono essere mineralizzati dai microorganismi del suolo prima di essere fruibili per le piante, quelli minerali sono direttamente assorbibili.
Questo è un grosso vantaggio quando si concimano le orchidee in vaso.
Che acqua usare quando si concimano le orchidee
Quando ci troviamo a dover annaffiare le orchidee o a concimarle possiamo scegliere tre diversi tipi di acqua, ognuna con dei Pro e dei Contro. Quella più accessibile a tutti è senz’altro l’acqua di rubinetto, che purtroppo non è ugualmente buona in tutte le regioni d’Italia.
L’acqua piovana, o la neve sciolta è ottima e a disposizione di tutti, ma purtroppo comporta di doverla raccogliere e le precipitazioni non sono regolari durante tutto il periodo dell’anno.
Per ultima abbiamo l’acqua demineralizzata, che è tra tutte la migliore, ma va acquistata o prodotta filtrando l’acqua di rubinetto con specifiche pompe che la ripuliscono dal calcare e dai minerali disciolti.
Vediamole un attimo insieme, partendo da quella a cui tutti siamo abituati.
Acqua del rubinetto
L’acqua di rubinetto che arriva nelle nostre case proviene da da due fonti:
- Dai laghi o bacini di raccolta,
- dalla falda acquifera sotto terra.
In entrambi i casi l’acqua viene resa potabile, rimuovendo i metalli, le sostanze tossiche e i microorganismi che possono esserci all’interno.
Per purificare l’acqua dai microorganismi, viene aggiunta una quantità variabile di cloro, mentre per evitare che corroda le tubature viene disciolto del carbonato di calcio con lo scopo di aumentare il pH e renderla meno acida (quindi più alcalina).
Né il cloro (Cl) ne il carbonato di calcio (CaCO3) sono elementi utili alle piante.
Quando utilizzi acqua di rubinetto per annaffiare le orchidee (o per concimare) dovresti sempre farla decantare in modo da “svuotarla” del cloro al suo interno. Lascia l’acqua riposare per almeno 24 ore in una bacinella o una bottiglia. Noterai che sui bordi della bacinella si creeranno delle bollicine, che vengono a galla quando la mescoli. Quello è il cloro, che si volatilizza.
Il carbonato di calcio (o di magnesio) non sono assimilabili dalle orchidee in questa forma molecolare. Sono disciolti in quantità variabile in varie regioni d’Italia e tendono a rendere il pH alcalino. In alcuni casi molto alcalino, addirittura 7,5-8,5, il che può portare a problemi nell’assorbire diversi elementi quando si va a concimare le orchidee.
Tra poco vediamo meglio il concetto di pH e come influisce sull’assorbimento dei nutrienti contenuti nei fertilizzanti.
Acqua piovana
L’acqua piovana è ottima per annaffiare e fertilizzare le orchidee, purché venga raccolta e conservata in luoghi puliti. È praticamente priva di sali disciolti (se non in quantità trascurabili), ha pH leggermente acido e un basso potere tampone.
Detto in modo spiccio, il potere tampone è la capacità di un liquido di opporsi alla variazione di pH.
Siccome l’acqua piovana è quasi completamente priva di elementi disciolti, quando concimiamo con fertilizzanti specifici per orchidee siamo sicuri di dare alle piante solo ciò di cui hanno bisogno.
Visto che le orchidee non amano essere concimate pesantemente, questo ci permette di non “sprecare” la loro tolleranza con sali che per loro sono inutili.
Acqua demineralizzata
L’acqua demineralizzata è eccezionale per concimare le orchidee, non contiene la minima traccia di elementi nutritivi disciolti, ha pH acido/neutro e un potere tampone nullo. L’unico suo problema è l’accessibilità.
A differenza dell’acqua di rubinetto o quella piovana, l’acqua demineralizzata va acquistata o prodotta. Ecco dove puoi trovarla:
- Nei negozi come acqua per stirare (purché sia priva di sostanze profumanti),
- come acqua di scarto del deumidificatore,
- acqua dell’asciugatrice (solo se utilizzi prodotti biologici per il bucato).
- Producendola con un impianto ad osmosi inversa (il parolone può spaventare ma non è altro che una pompa con un filtro osmotico che si può attaccare al lavandino di casa).
L’acqua demineralizzata è un’ottima base di partenza per la preparazione della soluzione nutritiva perché ci permette di ottimizzare la quantità di fertilizzante che
I valori da tenere in considerazione quando si fertilizza
Quando si fertilizzano le orchidee, dobbiamo tenere in considerazione un paio di fattori molto importanti:
- La quantità di sali minerali disciolti,
- il pH dell’acqua dopo aver aggiunto il concime.
Dobbiamo stare attenti a non concimare mai con una soluzione troppo salina, perché altrimenti si corre il rischio di bruciare le radici, disidratare la pianta o creare dei gravi scompensi dovuti all’accumulo di sali nel terriccio/substrato.
Per la concimazione vige una regola universale : meglio poco che troppo.
Anche se la cosa migliore è imparare a concimare il giusto.
Il pH invece svolge un ruolo fondamentale nel assorbimento degli elementi nutritivi e nella loro disponibilità. Per capisci meglio, anche se i sali minerali sono presenti nel substrato, un valore di pH scorretto potrebbe impedire alla pianta di assorbirli. Inoltre finirebbero per accumularsi nel terriccio fino a raggiungere soglie tossiche ,proprio per la salinità eccessiva di cui abbiamo parlato un attimo fa.
Dosaggio e unità di misura (g/l, EC e ppm)
Sul flacone di qualsiasi fertilizzante c’è sempre scritto un dosaggio consigliato espresso in g/l (grammo per litro) o ml/l (millilitro per litro) e la frequenza con cui il concime va somministrato.
Per esempio, il classico concime per orchidee 20-20-20 consiglia di diluire 1g (equivalente ad un cucchiaino dosatore colmo) per ogni litro di acqua.
Questa informazione può essere sufficiente per quantificare la quantità di fertilizzante da aggiungere, e fornire un dato indicativo su cui basare i propri calcoli. Un metodo più accurato per sapere quanti sali stiamo effettivamente somministrando con la concimazione è misurare la salinità dell’acqua dopo che abbiamo aggiunto il fertilizzante. Questo può essere fatto con un misuratore o conduttivimetro TDS/EC, costa poco ed è facile da usare. Puoi trovarlo tranquillamente su internet. Qui puoi trovare più informazioni a riguardo.
- L’EC (conduttività elettrica) si misura in µS/cm (micro Siemens per centimetro) e indica la trasmissione elettrica dell’acqua, dovuta alla presenza di sali al suo interno.
L’acqua pura (priva di solidi disciolti) ha una conduttività pari a 0, valore che aumenta in proporzione alla quantità di fertilizzante che viene diluito al suo interno. - Il parametro TDS (total dissolved solids o totale dei liquidi disciolti) indica il residuo fisso presente nell’acqua e quindi i sali disciolti ed è espresso in ppm (parti per milione).Questo valore è in realtà solo un’ipotesi perché viene acquisito misurando il valore EC ed eseguendo un calcolo per stabilire la concentrazione di sali nella soluzione.La TDS basa i suoi calcoli diversamente negli Stati Uniti, in Australia e in Europa perché vengono utilizzati diversi valori di conversione.
La conducibilità elettrica (EC) è il valore universale e più preciso per misurare e la quantità di sali presenti nell’acqua con cui si concimano le orchidee e le piante in generale.
pH
Il pH, inteso come simbolo, è l’unità di misura che viene utilizzata per indicare l’acidità o l’alcalinità di un liquido o gas. La sua scala va da 0 (estremamente acido) a 14 (estremamente basico), dove 7 è il valore neutro.
Lo strumento utilizzato per misurare il pH di un liquido è il pHmetro (facilmente reperibile online per pochi euro) oppure le cartine tornasole a reagente. Personalmente consiglio il primo perché più duraturo, preciso e facile da usare.
Le radici delle orchidee assorbono al meglio i nutrienti in un range di pH compreso tra 5,5 e 6,5. Per essere super precisi 5,8-6,2.
In realtà, ciascun elemento è disponibile per le piante a diversi livelli di pH, ma tra il 5,5 e 6,5 troviamo il punto d’incontro in cui tutti riescono ad essere assorbiti in quantità sufficiente.
Nella tabella vedi a quali livelli di pH sono disponibili i vari macro e micro elementi (che se vuoi, puoi approfondire alla fine post).
É importante sapere che il pH dell’acqua che diamo alle orchidee va ad interagire con il substrato nel definire il valore di pH reale dell’acqua nel vasetto.
Per fare un esempio, quando coltiviamo le orchidee in substrati acidi come la corteccia o lo sfagno, che hanno un pH compreso tra 4 e 5, si tende ad annaffiare con acqua (o con soluzione nutritiva) dal pH maggiore per contrastare l’acidità del medium.
Considerato che il pH a cui le piante possono assorbire al meglio tutti i nutrienti è intorno a 6, generalmente le orchidee in bark si annaffiano o concimano con una soluzione a pH 6,5.
Quando le orchidee crescono su materiali inerti come l’argilla espansa, o direttamente in acqua invece si preferisce una soluzione calibrata al punto giusto, con pH 5,8-6,2.
Quando concimare le orchidee
La maggior parte delle orchidee tropicali vanno concimate tutto l’anno, sia durante la fase di crescita vegetativa che lungo tutta la fioritura, fatta eccezione solo per quelle specie che entrano in dormienze durante il loro ciclo vitale.
Si legge spesso che le orchidee non vanno concimate quando sono fiorite. Beh, questa affermazione è completamente falsa e non si basa su nessuna prova scientifica.
La fioritura comporta un grosso sforzo per la pianta, perché mai non dovrebbe ricevere nutrimento proprio nel periodo in cui ne ha più bisogno?
A confermare il fatto che le orchidee vanno concimate tutto l’anno sono gli stessi coltivatori professionisti, oltre che gli hobbisti di tutto il mondo.
p.s. Ricordo che questo vale per le orchidee a crescita continua, come la Phalaenopsis, la Vanda, il Paphiopedilum e la maggior parte delle orchidee che troviamo comunemente nei vivai, non quelle con periodi di dormienza (come il Catasetums o il Cymbidium per esempio).
Come concimare le orchidee
Ci sono due metodi efficaci per concimare le orchidee, il primo consiste nel alternare tre annaffiature ad una concimazione concentrata ed effettuata a radice umida, cioè dopo aver precedentemente bagnato l’apparato radicale con sola acqua. Il secondo metodo è la fertirrigazione, che consiste nel concimare a ciascun annaffiatura con una soluzione ben diluita.
La quantità di concime da dare alle orchidee dipende principalmente dalla frequenza con cui questo viene somministrato, senza mai superare soglie critiche che possono risultare tossiche per l’eccessivo livello di salinità.
Per esempio, possiamo concimare ogni 3 annaffiature a dosaggio intero (bagnando prima le radici affiché non si brucino per l’alta salinità), oppure farlo ad ogni bagnatura con 1/3 della dose. In entrambi i casi la quantità di concime somministrato è la stessa, anche se…
Ci sono grossi vantaggi nel concimare le orchidee spesso e con dosaggio ridotto, vediamo i benefici a confronto del metodo “tradizionale”.
Concimare ogni 3 annaffiature (più laborioso, richiede più organizzazione e meno efficace)
Si legge spesso che bisogna concimare le orchidee una volta ogni tre annaffiature seguendo il dosaggio consigliato dal produttore di fertilizzante, e di bagnare prima le radici con una rapida innaffiatura dal bordo.
Questo sistema comporta una serie di complicazioni inutili a mio avviso, come:
- Bisogna bagnare l’orchidea due volte, prima con acqua e poi con soluzione nutritiva.
- Diventa difficile tenere a mente quando si ha concimato e quali piante.
Praticamente bisogna segnarsi sul calendario quali piante sono state concimate, quando equale fertilizzante si è usato. Un casino inutile! - Le annaffiature successive sciacquano via dal substrato molti elementi nutritivi, lasciandolo povero di sostanze utili per le piante.
Concimare ad ogni annaffiatura (meno rischioso, meno laborioso e più efficace)
Concimando le orchidee ogni volta che si annaffia, con metà (o 1/3) della dose consigliata del produttore di fertilizzante non rischia di bruciare le radici perché la salinità della soluzione nutritiva è ridotta.
Escluso il fatto che si deve miscelare il concime ogni volta che si bagna, comporta una serie di benefici in più per l’orchidea e meno grattacapi per noi:
- Si bagna una sola volta senza rischi per le radici.
- Non bisogna ricordarsi quando si ha concimato (perché lo si fa sempre).
- La pianta ha un costante e regolare apporto di nutrienti, a beneficio della crescita.
Una volta al mese, non per necessità ma per pura precauzione, consiglio di annaffiare abbondantemente con sola acqua per evitare accumuli di sali.
Tornando alla domanda “come concimare le orchidee?” la risposta che mi sento di dare è “dipende dal fertilizzante che utilizzi e dalla frequenza con cui lo dai” .
Io, così come i maestri del settore e molti hobbisti esperti, preferisco concimare ad ogni annaffiatura con all’incirca metà (o 1/3) della dose consigliata sul flacone. A fine mese annaffio con acqua abbondante per sciacquare dal terriccio eventuali accumuli di sali e dall’annaffiatura successiva riprendo a concimare.
In ogni caso, è sempre sconsigliato superare i dosaggi consigliati sul barattolo di fertilizzante, aumenta solo il rischio di problemi senza apportare alcun beneficio alla pianta.
A seconda dell’acqua con cui concimiamo le orchidee il dosaggio di fertilizzante può essere corretto. Faccio due esempi per spiegarmi meglio:
- Acqua di rubinetto EC 250 µS/cm + 0,5 g/l concime 20-20-20 = 750 µS/cm totali
- Acqua demineralizzata EC 0 µS/cm + 0,75g/l concime 20-20-20 = 750 µS/cm totali.
Come hai visto, utilizzando acqua demineralizzata (priva di sali) possiamo permetterci di aumentare il dosaggio di fertilizzante senza aumentare la salinità totale.
Come leggere le caratteristiche di un concime
Sul flacone o il barattolo di un concime per orchidee compare la scritta NPK (macroelementi) seguita da dei numeri e sotto troviamo delle letterine con dei valori che corrispondono alla quantità di microelementi contenuti nel fertilizzante.
Vediamo rapidamente cosa significano.
NPK
Questa sigla riguarda il contenuto di macronutrienti, e ciò quelli di cui la pianta ha bisogno in quantità maggiore:
- N = Azoto
- P = Fosforo
- K = Potassio
Per ora fermiamoci qui,
se ti interessa in fondo all’articolo puoi trovare una breve spiegazione del perché questi elementi sono così fondamentali e come vengono impiegati dalle piante.
Micronutrienti
I micronutrienti sono una serie di elementi fondamentali per lo sviluppo e la salute delle orchidee ma che sono richiesti in quantità minore. Qui troviamo il calcio, magnesio, zolfo, ferro, rame, zinco, boro, manganese e molibdeno.
Anche qui, ti rimando alla fine del post per maggiori info.
Che concime usare per le orchidee
In commercio si trovano molti fertilizzanti specifici per orchidee, in forma liquida, granulare o a rilascio graduale. I concimi solubili sono spesso più concentrati di quelli liquidi e richiedono un dosaggio minore.
Formule con valori NPK equilibrati possono coprire il fabbisogno dell’orchidea lungo tutto l’arco dell’anno, mentre formule più specifiche sono mirate a particolari fasi di sviluppo, come la crescita vegetativa o la fioritura.
A voler essere onesti, molti dei concimi specifici per orchidee che troviamo nei vivai o su internet non sono altro che normali fertilizzanti universali con la foto di un’orchidea appiccicata sopra.
Non fraintendermi, questi fertilizzanti possono essere una buona base di partenza, perché in fin dei conti pur sempre di piante si tratta.
Il fertilizzante universale va bene per le orchidee così come il concime per orchidee va bene per altre piante.
Detto ciò, se inizi ad avere parecchie orchidee, esemplari di valore o semplicemente vuoi ottenere il massimo dei risultati utilizzando prodotti professionali (e non per questo più costosi) ci sono alcuni ottimi fertilizzanti granulari che ti consiglio.
20-20-20 Concime per orchidee Standard (per l’intero ciclo di vitale)
Il concime NPK 20-20-20 è un fertilizzante in granuli bilanciato, contenente la stessa quantità di azoto, fosforo e potassio oltre a tanti micronutrienti fondamentali per le orchidee.
Questo concime viene considerato lo standard perché può essere utilizzato durante tutto l’anno, a prescindere che la pianta si trovi in fase di crescita o di fioritura. Nasce per semplificare la vita al consumatore medio, con poche orchidee e in cerca di un prodotto facile da usare.
30-10-10 Fertilizzante azotato per la crescita
Questo fertilizzante NPK 30-10-10 ha un alto contenuto di azoto (N) è ideale per la ripresa vegetativa e per tutta la fase di crescita di foglie e nuovi getti, fino alla comparsa dei boccioli.
Il suo vantaggio rispetto allo standard 20-20-20 è che fornisce all’orchidea esattamente ciò di cui ha bisogno durante lo sviluppo di tessuti verdi.
Viene utilizzato per lo più dai professionisti del settore e dagli appassionati di orchidee più esigenti durante tutta la fase vegetativa.
10-30-20 Fertilizzante per la fioritura
Concime NPK 10-30-20 contenente alte quantità di fosforo (P) e potassio (K) , ideale per la fioritura e la radicazione di piccole piantine.
Rispetto allo standard 20-20-20 garantisce una fioritura migliore grazie al apporto extra di fosforo e potassio e alla ridotta quantità di azoto (che in eccesso può agire da antagonista nella fioritura).
Viene utilizzato per lo più dai professionisti del settore e dagli appassionati di orchidee più esigenti durante tutta la fase produttiva, dalla comparsa dei boccioli alla caduta dell’ultimo fiore.
L’importanza del nitrato di calcio Ca(NO3)2
Qualsiasi dei fertilizzanti sopracitati si utilizzi (20-20-20, 30-10-10 o 10-30-20) bisognerebbe sempre alternarlo al nitrato di calcio.
Questo concime fornisce il calcio (Ca) in una forma facile da assimilare per la pianta, a differenza del carbonato di calcio (calcare) che troviamo nell’acqua di rubinetto che non è assorbibile e praticamente inutile. A questo aggiunge il nitrato che è una forma di azoto facile da assorbire e pronta all’uso per la pianta.
Non mischiare mai nitrato di calcio con altri fertilizzanti perché creerebbero dei legami chimici non più assorbibili dalla pianta (specialmente concimi contenenti fosforo o solfato). Per saperne di più leggi qui.
Come concimare le orchidee in modo semplice
Il metodo più semplice per concimare le orchidee consiste nel somministrare una dose ridotta di fertilizzante ad ogni annaffiatura in modo da garantire alle piante una costante disponibilità di nutrienti durante la loro crescita.
Così facendo facciamo il bene delle nostre piante e ci risparmiamo tutti i rischi e scocciature di cui abbiamo parlato prima nel paragrafo “quanto concime dare alle orchidee”.
Cosa ci serve:
- Concime standard NPK 20-20-20,
- Nitrato di calcio.
Questi concimi vengono forniti con un cucchiaino/dosatore da 1 grammo.
A titolo informativo, 1 g/l di concime 20-20-20 equivale ad un aumento della salinità di 1000 µS/cm. Sommato ai sali dell’acqua di rubinetto si rischia di superare la soglia accettata da molte orchidee.
Concima ad ogni annaffiatura alternando il 20-20-20 al nitrato di calcio utilizzando metà della dose consigliata dal produttore. Questi due fertilizzanti non vanno mai mischiati insieme perché creano dei legami chimici che fanno precipitare il fosforo e lo zolfo che non sarebbero più a disposizione della pianta.
Una volta ogni mese/mese e mezzo annaffia abbondantemente con sola acqua per sciacquare eventuali accumuli di sali.
Praticamente procedi così:
- 0,5 grammi/litro (mezzo cucchiaino/dosatore) di NPK.
- 0,5 grammi/litro (mezzo cucchiaino/dosatore) di nitrato di calcio.
- 0,5 grammi/litro (mezzo cucchiaino/dosatore) di NPK.
- 0,5 grammi/litro (mezzo cucchiaino/dosatore) di nitrato di calcio.
- Risciacquo.
Se utilizzi acqua piovana o demineralizzata puoi alzare il dosaggio fino a 0,75 g/l durante la stagione primaverile/estiva.
Questo metodo è molto efficace per concimare Phalaenopsis, Cambria, Oncidium, Cattleya, e molte altre orchidee che non entrano in dormienza durante il ciclo vitale. Può essere applicato anche al Dendrobium Nobile fatta eccezione per il periodo di riposo invernale in cui le concimazioni vanno drasticamente ridotte di pari passo con le annaffiature. Nel caso di Paphiopedilum o orchidee gioiello (Macodes Petola, Ludisia Discolor, etc) consiglio di seguire le indicazioni scritte sopra riducendo però il dosaggio a 0,3 grammi/litro.
Come fertilizzare le orchidee in modo avanzato
Quando si hanno molte orchidee o si vuole avere il massimo dei risultati, vale la pena utilizzare dei concimi che seguono le necessità delle piante nelle loro varie fasi di sviluppo, come la radicazione, la crescita vegetativa o la fioritura.
Il procedimento in questo caso è molto simile a quello spiegato sopra, se non che si va a somministrare concime ad alto contenuto di azoto (N) durante lo sviluppo vegetativo e di fosforo e potassio (rispettivamente P e K) durante la fioritura e la radicazione.
Cosa ci serve:
- Concime NPK 30-10-10,
- Concime NPK 10-30-20,
- Nitrato di calcio.
Questi concimi vengono forniti con un cucchiaino/dosatore da 1 grammo.
Dalla fine della fioritura fino alla comparsa dei primi boccioli della fioritura successiva, concima ad ogni annaffiatura alternando il 30-10-10 al nitrato di calcio utilizzando metà della dose consigliata dal produttore.
Una volta ogni mese/mese e mezzo annaffia abbondantemente con sola acqua per sciacquare eventuali accumuli di sali.
Dalla comparsa dei primi boccioli fino alla caduta dell’ultimo fiore, concima ad ogni annaffiatura alternando il 10-30-20 al nitrato di calcio utilizzando metà della dose consigliata dal produttore.
Anche qui, risciacqua con sola acqua ogni 30-40 giorni per evitare accumuli di sali.
Fertilizzante per orchidee – Macroelementi
I macroelementi sono quegli elementi di cui le orchidee hanno bisogno in maggior quantità e sono rappresentati nella dicitura NPK presente sui fertilizzanti. Il fatto che le piante ne richiedano in maggiore quantità non li rende necessariamente più importanti rispetto a microelementi come il calcio, lo zolfo e tanti altri.
Macro e microelementi sono egualmente importanti nei processi fisiologici delle orchidee, la carenza (rispetto al fabbisogno della pianta) di uno qualsiasi di questi elementi può portare a rallentamenti nella crescita, problemi di sviluppo, vulnerabilità ad agenti esterni (patogeni, temperatura, etc.) o addirittura alla morte della pianta.
Azoto (N)
L’azoto è tra gli elementi più importanti per la crescita delle orchidee, in particolar modo durante la fase di sviluppo di nuove foglie e vegetazioni. Costituisce parte integrante delle proteine e degli acidi nucleici oltre che svolgere un ruolo fondamentale nell’elaborare gli zuccheri prodotti dalla fotosintesi.
Una carenza di azoto provoca una crescita stentata, foglie gialle (cianotiche) e di dimensione ridotta rispetto al normale. Anche la capacità di fare fotosintesi viene così ridotta.
Orchidee cresciute in Bark (corteccia di pino) necessitano di una quantità extra di azoto perché questo tipo di substrato tende ad assorbirne una parte.
Le forme più comuni di azoto sono quello nitrico NO3, ammoniacale NH4 e quello ureico NH3.
Fosforo (P)
Il fosforo è l’elemento protagonista in quasi tutti i processi metabolici delle piante, permettendo il trasferimento di energia (è parte integrante della molecola di ATP). É fondamentale per la germinazione dei semi e nella crescita delle radici.
Questo macroelemento partecipa alla costituzione del DNA, l’RNA e dei fosfolipidi di cui sono formate le membrane cellulari. Per questo è responsabile della robustezza e stabilità dei tessuti, conferendo anche una maggiore resistenza contro patogeni e parassiti.
Fertilizzanti a base di fosforo (P) possono essere somministrati per via fogliare su giovani orchidee, o esemplari con problemi all’apparato radicale per velocizzare lo sviluppo di radici forti.
Potassio (K)
Il potassio regola la traspirazione attraverso l’apertura e la chiusura degli stomi delle foglie, oltre che partecipare alla sintesi delle proteine, degli zuccheri e ad una serie di altri processi biologici delle orchidee.
Conferisce alle piante più robustezza e resistenza alle avversità climatiche o alla scarsità di acqua. Lo si trova particolarmente concentrato negli organi di accumolo delle piante, come gli pseudobulbi delle orchidee o nelle foglie “carnose” di alcuni generi monopodiali.
Questo macroelemento partecipa alla produzione di sostanze profumate e intensifica il colore dei fiori. Durante la formazione e l’apertura dei boccioli il potassio riduce la probabilità di avvizzimento precoce dovuto alla disidratazione o agli sbalzi climatici.
Fertilizzante per orchidee – Microelementi
I microelementi sono elementi di cui le orchidee necessitano in minor quantità, ma non per questo sono meno utili alla pianta.
Svolgono un ruolo fondamentale nella fisiologia delle orchidee e delle piante in generale, alcuni contribuiscono a costituire i tessuti e le cellule, altri agiscono inosservati nei processi chimici indispensabili affinché l’intero “meccanismo” possa funzionare.
Questi microelementi vengono spesso aggiunti nella maggior parte dei fertilizzanti, per cui possiamo dire che la loro carenza è “rara”. Nonostante ciò, l’assenza di uno qualsiasi di essi (o problemi nel loro assorbimento) può rallentare drasticamente la crescita dell’orchidea, renderla più vulnerabile a patogeni o addirittura alla morte.
Calcio (Ca)
Tra i microelementi, il calcio è l’elemento di cui le orchidee hanno bisogno in quantità maggiore, è fondamentale nella formazione delle pareti cellulari delle piante ed è responsabile della resistenza meccanica e del turgore dei tessuti.
Migliora la resistenza e la consistenza dei tessuti fogliari e degli steli, oltre che garantire un vigore generale all’intera pianta ed influenzare l’assimilazione degli altri elementi nutritivi.
Oltre a tutto questo, aiuta la difesa delle pianta attraverso la produzione di acido salicilico, che promuove una serie di reazioni che aiutano l’orchidea a difendersi da attacchi esterni (tra cui i patogeni). Puoi leggere di più qui.
Magnesio (Mg)
L’importanza del magnesio la si deduce dal fatto che costituisce l’atomo centrale della molecola della clorofilla ed influenza direttamente la fotosintesi clorofilliana.
Partecipa al processo di formazione del glucosio (zuccheri), delle proteine, acidi grassi, vitamine e funge da attivatore di alcune funzioni enzimatiche.
Oltre a questo, il magnesio aiuta a regolare il trasporto di minerali e acqua all’interno della pianta , regola il turgore cellulare e favorisce l’assorbimento e il trasporto del fosforo.
Zolfo (S)
Lo zolfo è il terzo microelemento più utilizzato dalle orchidee e dalle piante in generale, partecipa alla formazione di molti aminoacidi e quindi di svariate proteine, enzimi e vitamine molto importanti. Aiuta nella produzione di clorofilla e aumenta la resistenza delle piante.
Ferro (Fe)
Il ferro è un elemento fondamentale per le orchidee perché contribuisce a legare azoto e magnesio nella formazione della clorofilla.
È solubile e assorbibile dalle orchidee quando il pH dell’acqua d’irrigazione è acido, il che può causare difficoltà nel suo assorbimento quando si annaffia con acqua di rubinetto (spesso alcalina).
Per questo motivo non è raro vedere carenze di ferro, o rallentamenti nella crescita dovuti alla scarsa disponibilità di questo elemento, quando il pH dell’acqua non viene corretto,
Per nostra fortuna l’acidità del bark contrasta l’alcalinità dell’acqua di rubinetto, aiutandoci a tamponare il problema per qualche tempo.
Rame (Cu)
Il rame agisce nella stabilizzazione della clorofilla, costituisce parte degli enzimi convolti nella fotosintesi e nella respirazione della pianta.
È coinvolto anche nella sintesi del acido indolacetico che agisce come ormone della crescita della pianta.
Zinco (Zn)
Lo zinco contribuisce nella formazione di enzimi e quindi prende posto nella sintesi di proteine, acidi nucleici e auxine, un ormone vegetale che regola la crescita della pianta.
Anche se lo zinco è presente solo in piccole tracce all’interno dell’orchidea, è comunque fondamentale nel regolare e permettere lo sviluppo della pianta.
Boro (B)
Il boro agisce nelle piante in modo sinergico con il calcio, aiutandone l’assorbimento. Ha un ruolo importante nell’assorbimento dell’acqua e regola il livello ormonale all’interno della pianta.
Manganese (Mn)
Il manganese regola l’azione degli enzimi, interviene nel processo fotosintetico e nell’idrolisi dell’acqua. Svolge un ruolo importante anche nella riduzione dell’azoto.
Molibdeno (Mo)
Tra i micronutrienti, quello presente in minore quantità è il molibdeno, ma non per questo è meno importante degli altri. Il molibdeno infatti influisce sulla crescita delle orchidee attraverso il suo ruolo nella riduzione dell’azoto.
È un elemento fondamentale nel passaggio dell’azoto minerale alla sua forma organica, necessaria per la formazione di amino acidi e proteine (e quindi cellule).
Questo microelemento interagisce anche nel metabolismo del ferro e del fosforo.
Domande frequenti
Qui di seguito 3 delle domande più comuni che possono che vengono fatte e a cui non sono state date risposte specifiche finora nel post.
Come concimare le orchidee con concimi commerciali?
Qualsiasi sia il fertilizzante che intendi utilizzare, universale, per piante verdi o fiorite, ti consiglio di concimare le orchidee ad ogni annaffiatura, diluendo la metà della dose consigliata sul flacone/barattolo ad ogni annaffiatura. Ogni mese circa risciacqua il terriccio con acqua abbondante per non correre il rischio che alcuni elementi si accumulino.
Come concimare le orchidee con concime liquido?
Il concime liquido per orchidee è solitamente meno concentrato di quello in forma granulare, per questo vengono consigliati dei dosaggi maggiori espressi il ml/l (millilitro per litro d’acqua). Il concetto non cambia, segui le indicazioni scritte in questo post somministrando la metà del concime consigliato dal fornitore ad ogni bagnatura.
Posso evitare di somministrare il nitrato di calcio?
Se utilizzi concimi per orchidee, come il 20-20-20 è fondamentale integrarli con nitrato di calcio perché questi non contengono calcio in nessuna forma. L’acqua di rubinetto viene addizionata di carbonato di calcio (calcare) ma non è assimilabile dalle orchidee o dalle piante in generale.
Se invece utilizzi fertilizzanti differenti, che contengono calcio già nella miscela puoi evitare di integrarlo. Sull’etichetta dovrebbe comparire la sigla (Ca) affiancata da una cifra che ne indica la quantità contenuta.
Conclusioni
Concimare le orchidee è fondamentale per mantenerle sane e rigogliose nel tempo, come noi, senza nutrienti possono arrancare per un po’, ma presto o tardi vanno in contro a morte certa.
L’acqua di rubinetto o quella minerale della bottiglia non contengono tutti gli elementi di cui le piante hanno bisogno e per questo è compito nostro aggiungere del fertilizzante per nutrirle.
La mia scuola di pensiero segue quella dei coltivatori esperti, concimare poco ma frequentemente in modo che l’orchidea abbia in ogni momento ciò di cui ha bisogno, sia mentre cresce che durante la fioritura.
Questa guida su come e quando concimare le orchidee è molto dettagliata, ricca di informazioni che ad alcuni possono interessare e ad altri no.
Ma quello che ci tengo a chiarire è che fertilizzare è davvero facile, basta non esagerare mai con i dosaggi e farlo con costanza. In pochissimo tempo vedrai i risultati.
È preferibile preparare il fertilizzante (acqua demineralizzata+npk+acqua del rubinetto) per l’immediato utilizzo o in anticipo per averlo pronto all’occorrenza? Talvolta si prepara una quantità che poi non si utilizza e avanza. Mi chiedo se si può tenere da parte per la successiva somministrazione.
Ciao Noemi, in linea di massima la soluzione nutritiva può essere conservata e riutilizzata se si usano fertilizzanti minerali. Un’esempio lo sono gli stessi coltivatori che ne conservano litraggi enormi in grosse cisterne per le concimazioni dei giorni successivi.
Quello che va detto però, è che la soluzione andrebbe mantenuta lontana dai raggi luminosi, a temperatura costante e in movimento. Il rischio è che si creino batteri nel caso di ristagno, o che alcuni elementi precipitino fuori dalla soluzione, andando a depositarsi sul fondo della cisterna.
Quindi si, si può, ma dipende dai fertilizzanti che hai mischiato, per quanto tempo hai intenzione di conservare la soluzione e in che modo
Per la coltivazione in acqua come posso procedere per una corretta concimazione?
In alcuni articoli che ho letto in rete si parla di concimazione “fogliare” , ma non mi è chiaro se dopo aver spruzzato la soluzione concimata le foglie vanno ripulite una volta asciugate, oppure non è necessario.
Grazie
Ciao Stefano,
onestamente non vedo il motivo di concimare esclusivamente le orchidee per via fogliare. Anche se le radici sono in piena acqua riescono ad assorbire normalmente i nutrienti se il pH è nei giusti range (5,8-6,2 idealmente).
Se il tuo timore riguarda l’alternanza di 20-20-20 al nitrato di Calcio, in tal caso puoi seguire due strade:
1) sostituisci l’acqua ogni 1-2 settimane alternando il fertilizzante completo al nitrato di calcio. (A tua discrezione puoi decidere se tenere o pulire le alghe dal contenitore, io preferisco farlo).
2) lasci sempre il 20-20-20 in acqua e nebulizzi sulle foglie solo il nitrato di calcio (senza andare oltre gli 0,5g/l)
In ogni caso non c’è bisogno di ripulire le foglie dopo la concimazione fogliare. Assicurati solo di avere una buona ventilazione e che le foglie asciughino in tempi accettabili.
Se col tempo noti che ci sono molti residui di calcare sulle foglie puoi pulirle all’occorrenza. Ti sarà più facile farlo con acqua inacidita con limone, aceto o meglio ancora pH-.
Non c’è bisogno di inserirlo nella tua routine comunque. Vedila come una pratica straordinaria da applicare all’occorrenza.
Spero di averti risposto,
Gabriele
Buongiorno Gabriele, sono un neofita delle orchidee, vorrei chiederti se posso diluire il fertilizzante liquido nell’acqua per innaffiare in immersione o se così è sprecato? Grazie e complimenti per il sito dettagliato e appassionato.
Ciao Daniele, certamente! Anzi, in questo modo la corteccia assorbirà più acqua e più fertilizzante rispetto ad una fatta dall’alto. L’efficacia è maggiore, tant’è che, se concimi ad ogni annaffiatura ti consiglio di bagnare con sola acqua una volta ogni tanto. E di non eccedere col dosaggio di concime.
Un saluto, Gabriele
Buongiorno in questo periodo dell’anno la zona in cui abito è piuttosto umida e non è sufficientemente caldo perché le radici si asciughino del tutto. Così ho sostituito l’annaffiatura per immersione con quella a irrigazione ma non più di una volta al mese (e con poca acqua davvero) come mi regolo col concime? Uso la dose intera visto che innaffio così di rado? Alterno npk e calcio e salto il lavaggio? Un ultima cosa possa usare acqua concimata (1/3 di dose) per nebulizzare? Grazie mille
Buongiorno , la mia orchidea a perso tutti i fiori ma sembra bella viva , ho preso un concime liquido per cercare di mantenerla e provare a farla rifiorire , le indicazioni dicono di diluire un tappo in 4lt , ma quanto deve rimanere immersa L orchidea? Grazie
Buongiorno Carlo, vista la scarsità di luce in questo periodo dell’anno ti consiglio di utilizzare metà del dosaggio consigliato. L’immersione circa 5-10 minuti, come un’innaffiatura normale senza concime.
Un saluto, Gabriele