Orchidea Temperatura ideale, umidità e ventilazione

Le orchidee tropicali sono piante abituate a crescere in climi caldi e umidi, in ambienti solitamente ben ventilati e con una notevole escursione termica tra il giorno e la notte.

Il clima di casa è molto diverso rispetto a quello in cui le orchidee crescono in natura, temperatura stabile, umidità bassa, poca ventilazione (eccetto forse quando si lasciano le finestre aperte in primavera) e luce spesso carente.

Non fraintendermi, la maggior parte delle orchidee tropicali si adatta bene al clima domestico, gli ibridi moderni vengono selezionati anche per questo. Eppure ci sono alcune cose riguardanti la temperatura e l’umidità che vale la pena approfondire se vuoi avere successo con queste piante.

orchidee temperatura ideale umidità e ventilazione

Questo post si spinge un pelo oltre la “temperatura ideale per le orchidee” ma spiega anche come il clima influisca sulla crescita, il metabolismo e la fioritura di queste meravigliose piante.

Se cerchi una risposta rapida e concisa, lasciati guidare dall’indice qui sotto. Altrimenti, ti auguro una buona lettura.

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Breve premessa

Prima di immergerci nel post, facciamo una breve premessa sull’importanza della temperatura e dell’umidità nel definire il giusto clima per le nostre piante.

La temperatura e l’umidità sono due importantissimi fattori nella cura e coltivazione di tutte le piante, non solamente le orchidee. Tra i due c’è una stretto legame, che sommati a luce e anidride carbonica regolano il metabolismo della pianta e la velocità con cui questa riesce ad effettuare fotosintesi clorofilliana.

L’anidride carbonica nell’atmosfera è all’incirca 350 ppm (parti per milione) e a meno che non ci muniamo di bombole e centraline per aumentarla, questo fattore è stabile e possiamo trascurarlo.

La luce come sappiamo è di vitale importanza per le orchidee e le piante in genere. Così importante da meritare un articolo specifico a riguardo, lo trovi qui sotto.

Quanta luce serve alle orchidee.

Oggi invece ci concentriamo su due fattori climatici molto importanti, la temperatura e l’umidità, con un breve cenno alla ventilazione che serve come stabilizzatore e collante dei due.

Inutile dire che non possiamo affidarci a quel che dice il meteo per conoscere questi valori, con pochi euro si può acquistare un termoigrometro che registra la temperatura minima e massima.

Qual è la temperatura ideale per le orchidee?

La temperatura ideale per l’orchidea Phalaenopsis è compresa tra i 19°C e i 30°C a seconda della fase di sviluppo in cui la pianta si trova. In questo range di temperatura possono essere coltivate anche moltissimi altri generi, come l’Oncidium, la Vanda, i Paphiopedilum da caldo e la maggior parte delle Cattleya.

Durante la prima fase di radicazione e lungo tutta la fase di crescita vegetativa (formazione di radici e foglie) la temperatura può arrivare a 32-33°C senza alcun problema, mentre durante la fioritura sarebbe opportuno che non superasse i 24-25°C per evitare che i fiori si aprano e appassiscano troppo rapidamente.

Questa è la teoria, ma spesso in casa non abbiamo gli strumenti per garantire la temperatura perfetta per ogni fase di sviluppo dell’orchidea. 

Da qui l’importanza di sapere la temperatura minima e la massima. 

temperatura minima e massima

Tabella temperatura ideale, minima e massima delle varietà più comuni.

Orchidee tropicali temperature ideali minime e massime tabella

Nella tabella qui sopra trovi le temperature minime e massime per i tipi di orchidee tropicali più coltivate e vendute.

Ci tengo a precisare che nella colonna riguardante la temperatura ideale trovi dei valori validi, ma indicativi, che non tengono conto della fase di sviluppo della pianta. 

Alcune orchidee, come le Phalaenopsis, il D.Nobile e il Cymbidium attraversano diverse fasi di sviluppo durante l’anno. Durante queste fasi la temperatura dovrebbe variare.

Per fare un esempio, il D.Nobile può sopportare temperature inferiori ai 10°C quando è in fase di riposo, mentre la stessa temperatura potrebbe causargli dei danni durante la fase di crescita attiva. L’orchidea Falena necessita di un periodo con escursioni termiche marcate per iniziare a fiorire, mentre non fiorisce affatto se le temperature rimangono costantemente sopra i 26°C.

Qui sotto le temperature ideali di questi due generi di orchidee, quelle a cui i coltivatori esperti ambiscono.

Dendrobium Nobile e Phalaenopsis temp min max

Qual è la temperatura minima per le orchidee?

Le Phalaenopsis sopportano temperature minime fino a 13°C, anche se personalmente preferisco non scendere mai sotto i 15°C perché la crescita della pianta rallenta molto, assorbe pochissima acqua e si rischia di andare incontro a ristagno idrico e problemi fungini.

La stessa temperatura minima può considerarsi valida per la maggior parte delle orchidee da interno.

In casa non dovresti aver problemi nel mantenere la temperatura sopra a questo livello, se invece tieni le orchidee fuori (o in veranda) durante la primavera o l’estate, fai attenzione durante le ore notturne.

Un termometro che registra la temperatura minima e massima ti sarà di grosso aiuto nel tener monitorati i valori durante l’intera giornata. Costano poco e sono molto utili.

Problemi causati dal freddo

Quando la temperatura scende sotto i livelli minimi tollerati dalla pianta, il freddo può causare seri danni alla pianta. 

Più la temperatura è bassa, o lo sbalzo termico è marcato, più rapidi ed evidenti saranno i danni. 

danno da freddo orchidea cure

I danni da freddo diventano evidenti solo alcuni giorni dopo che l’orchidea è stata esposta a temperature troppo basse. Questo rende difficile riconoscerli per tempo. 

Se ti accorgi che l’orchidea ha preso freddo (<13°C nel caso di molte orchidee da appartamento) dovresti riacclimatare gradualmente la pianta prima di riportarla alla temperatura ottimale. Un brusco spostamento da un ambiente freddo ad uno caldo può velocizzare il presentarsi dei danni. 

A temperature sotto zero le cellule rischiano di scoppiare, causando gravi necrosi (macchie nere) e una probabile e rapida morte della pianta.

Qual è la temperatura massima per le orchidee

È difficile stabilire una temperatura massima per tutte le orchidee. Sappiamo che le Phalaenopsis, così come altri generi tropicali resistono molto bene al caldo afoso, purché l’umidità sia elevata e la luce non sia troppo intensa. 

Una temperatura troppo alta porta l’orchidea a traspirare ed evaporare molta acqua. Gli stomi si chiudono per contrastare la rapida disidratazione, riducono lo scambio gassoso con l’aria circostante e di conseguenza ne risente la loro capacità di fare fotosintesi.

Se non riesci a tenere la temperatura sotto controllo durante l’estate, assicurati di spostare l’orchidea in un posto più ombroso e umido per contrastare la disidratazione e la chiusura degli stomi. 

Problemi causati dal caldo eccessivo

Temperature eccessive, affiancate ad aria secca e luce intensa fanno si che la pianta disperda più acqua di quanta ne riesca ad assorbire. Il problema è quindi la disidratazione.

Foglie raggrinzite, rugose e mosce sono solitamente i primi sintomi.  

orchidea foglie rugose troppo caldo

Fai attenzione però che gli stessi sintomi possono essere causati anche da annaffiature insufficienti.

Se l’orchidea è in fiore, i boccioli possono seccare e i fiori cadere prima del tempo.

Nel complesso la fioritura in un clima caldo è meno duratura.

Importanza della temperatura per la fioritura

La temperatura ha un ruolo fondamentale nell’induzione della fioritura di orchidee come la Phalaenopsis, il Cymbidium e il Dendrobium Nobile. 

Per iniziare a fiorire, l’orchidea Falena ha bisogno di uno sbalzo termico di almeno 4-5°C tra il giorno e la notte, per una durata che può variare da poche settimane a poco più di un mese. 

Più è marcata l’escursione termica giorno/notte, prima l’orchidea inizierà a gettare i nuovi steli.

nuovo stelo floreale phalaenopsis

Per saperne di più leggi “come indurre la fioritura della Phalaenopsis“.

Il Dendrobium Nobile  invece, ha bisogno di percepire un periodo di freddo (10-12°C) quando la pianta entra in fase di riposo. Se così non fosse la pianta potrebbe non produrre i boccioli ma keiki (giovani piantine).

Temperatura critica

Se mantenuta costantemente ad una temperatura superiore a 26°C, sia di giorno che di notte, la Phalaenopsis non fiorisce. Questa scoperta è stata fatta ormai qualche decennio fa, quando la coltivazione intensiva di questo genere è diventata una “scienza”. 

Durante la fase di crescita vegetativa, quando l’orchidea deve sviluppare foglie e radici, i coltivatori mantengono costantemente la temperatura della serra superiore a 26,5°C per evitare che la pianta inizi a fiorire precocemente. 

Quando la Phalaenopsis ha raggiunto la giusta dimensione (5-6 foglie grandi), vengono spostate in un’altra area della serra in cui le temperature notturne sono più basse. 

Così facendo riescono a comandare la fioritura delle piante e averle fiorite in qualsiasi momento dell’anno.

Influenza della temperatura sulla durata della fioritura

La temperatura svolge un ruolo cardine anche sulla velocità di apertura dei boccioli. A 18°C l’apertura dei boccioli è molto più lenta rispetto a 25°C, e quasi dimezzata rispetto a 30°C.

Questo non si riferisce solo alla Phalaenopsis, ma alle orchidee in generale.

Anche la durata dei fiori, e quindi della fioritura stessa può essere prolungata notevolmente se si riesce a tenere le piante ad una temperatura compresa tra i 16°C notturni e i 22-24°C diurni.

Viceversa, una settimana di caldo intenso affiancato al clima asciutto può portare i fiori ad ammosciarsi e cadere precocemente.

Umidità ambientale

umidità nella foresta tropicale

L’umidità ambientale, anche detta umidità relativa (U/R) è un parametro che indica la quantità di acqua che viene trattenuta nell’aria ed è espressa in percentuale (%), dove il 100% è il livello massimo e 0% il minimo.

L’U/R non è un dato fine a sé stesso ma è in stretta relazione con la temperatura. Più l’aria è calda, più particelle d’acqua sarà in grado di trattenere.

Per fare un esempio, quando accendiamo il riscaldamento l’umidità scende perché l’aria è in grado di trattenere più acqua, ma essendo la casa un ambiente chiuso questa scende in percentuale.

L’importanza dell’umidità per le orchidee

Essendo le orchidee piante originarie di ambienti umidi (per lo meno quelle che teniamo comunemente in casa) il loro organismo raggiunge il massimo dell’efficienza a livelli di umidità elevati, solitamente intorno al 70% o più. 

So bene che è difficile mantenere livelli di umidità così alti, specialmente durante l’inverno. Per nostra fortuna molte orchidee hanno un’ottima tolleranza anche nei confronti di ambienti più secchi e asciutti, purché non coincidano con temperature elevate. 

Detto questo, dovremmo sempre cercare di offrire loro condizioni climatiche il più vicine possibili a quelle che incontrerebbero in natura.

L’umidità contribuisce a regolare l’apertura degli stomi delle orchidee e delle piante in generale, oltre che fornire una resistenza atmosferica alla traspirazione fogliare. Rallenta la dispersione di acqua da parte della pianta per farla breve

L’apertura degli stomi fa sì che le foglie riescano ad assorbire anidride carbonica (CO2) dall’aria, e rilasciare l’ossigeno (O2) come gas di scarto della fotosintesi.

Problemi causati da bassa umidità

Un tasso di umidità molto basso può portare la pianta a chiudere gli stomi nel tentativo di rallentare la disidratazione. 

Con la chiusura degli stomi la pianta smette (o per lo meno riduce) di fare fotosintesi e quindi di crescere.

Le foglie dell’orchidea tendono ad afflosciarsi, possono diventare rugose o in alcuni casi assumono la così detta forma a soffietto (nel caso di Miltoniopsis o Cambrie ad esempio) anche se spesso questo problema si presenta più per la carenza d’acqua nel substrato.

oncidium foglie ondulate poca acqua

Problemi causati da umidità eccessiva

Un’umidità ambientale troppo alta può provocare un’eccessiva resistenza alla traspirazione fogliare, specialmente in ambienti con poco ricircolo d’aria. 

Spiegato in modo molto semplice, la traspirazione delle foglie crea un “vuoto” all’interno delle cellule, che causa un effetto risucchio che permette alle radici di assorbire l’acqua.

L’eccesso di umidità impedisce alle piante di disperdere acqua dalle foglie, e di conseguenza di assorbire acqua dalle radici.

Anche la stessa evaporazione di acqua dal terriccio (o substrato per meglio dire) è ridotta, il che aggrava ulteriormente il problema. 

I sintomi si presentano soprattutto al livello delle radici, con proliferazione di funghi, asfissia radicale e conseguente marciume.

trasporto acqua radici foglie

Come aumentare l’umidità

L’umidità ambientale può essere aumentata in vari modo, come lasciare una bacinella d’acqua sopra ad una fonte di calore, spruzzare acqua nell’ambiente o utilizzando un umidificatore ad ultrasuoni (di gran lunga la soluzione più efficace) .

Nel mondo delle orchidee la soluzione più utilizzata consiste nel mettere uno strato di argilla espansa (o altro materiale inerte che non fa muffa) in un vassoio o sottovaso, e riempirlo d’acqua. Il livello dell’acqua deve rimanere qualche millimetro sotto quello dell’argilla. Dopodiché si appoggia il vasetto in cui teniamo l’orchidea sopra all’argilla, facendo attenzione che non entri contatto con l’acqua.

In questo modo il terriccio non assorbirà l’acqua, che evaporerà gradualmente aumentando il tasso di umidità nei pressi della pianta.

Fintanto che l’ambiente è ristretto e chiuso, è piuttosto facile aumentare l’umidità di qualche punto percentuale. In un ambiente aperto o molto arieggiato è quasi impossibile senza attrezzatura specifica.

aumentare umidità orchidee

Come ridurre l’umidità

Ridurre l’umidità ambientale può esser fatto con l’utilizzo di un deumidificatore, di appositi condensatori ai sali (che si trovano spesso nei supermercati) o aprendo semplicemente le finestre (quando l’umidità esterna è minore rispetto a quella in casa). 

Visto che l’U/R cala all’aumentare della temperatura, il tasso di umidità può essere ridotto aumentando la temperatura con una stufetta o accendendo i termosifoni. 

Nel caso in cui l’umidità fosse incontrollata, la cosa migliore che possiamo fare è mantenere ben ventilato l’ambiente per evitare che si creino ristagni d’aria umida vicino alle piante. Un piccolo ventilatore può bastare, purché sia in grado di tenere l’aria in leggero movimento. 

PRO – Equilibrio tra temperatura e umidità per l’apertura degli stomi

Come abbiamo visto prima, sia la temperatura che l’umidità influiscono sull’apertura degli stomi, e quindi sulla capacità della pianta di “disperdere acqua” così da poterne assorbire di nuova attraverso le radici. Questo funzionamento meccanico che si trasmette da cellula a cellula, permette alle orchidee (così come a tutte le altre piante) di trasportare l’acqua verso l’alto.

Questo processo non è immediato, ma lento e graduale, per questo l’aria secca e/o la temperatura troppo alta possono provocare una temporanea disidratazione anche quando il terriccio è bagnato. 

Inoltre, l’apertura degli stomi permette alle orchidee anche di cedere all’atmosfera l’ossigeno, in cambio della CO2 attraverso la fotosintesi clorofilliana, che le piante useranno per produrre crescere. 

Il giusto equilibrio tra temperatura e umidità quindi, permette alle piante di crescere al massimo del loro potenziale, e nel frattempo regola lo scambio d’acqua tra le foglie e l’aria circostante, così che non sia ne troppo ne troppo poco.

Il concetto che ci sta dietro prende il nome di VPD (Vapor Pressure Deficit). Non voglio entrare troppo nello specifico (puoi trovare maggiori info qui).

Per ora osserva la tabella qui sotto. Le caselle verdi indicano dove c’è il perfetto incontro tra temperatura e tasso di umidità ambientale. Come noterai, perché gli stomi rimangano aperti, all’aumentare della temperatura anche l’umidità deve salire.

orchidee equilibrio temperatura umidità VPD

Ventilazione

La ventilazione è un fattore climatico molto importante  anche se spesso viene trascurato quando si coltivano orchidee in casa.

Il motivo per cui spesso non ne teniamo conto è perché non serve creare un vero e proprio getto d’aria, ma è sufficiente che questa si muova quanto basta per fornire continua CO2 alle foglie. Nei pressi di una finestra il ricircolo d’aria è spesso sufficiente e la ventilazione può essere trascurata per buona parte dell’anno.

Ricordi il discorso fatto poco fa sugli stomi? 

Se l’aria fosse ferma, nei pressi degli stomi si esaurirebbe l’anidride carbonica e la pianta smetterebbe di fare fotosintesi.

In ambienti molto umidi, la ventilazione diventa importante per un secondo motivo, evitare ristagni d’aria umida prolungati intorno alle piante. Questi potrebbero portare alla formazione di condensa sulle foglie e al proliferare di funghi e batteri.

Conclusioni

Ed eccoci giunti alla fine di questo post sulla temperatura ideale delle orchidee, l’umidità e il perfetto equilibrio tra di esse. 

Spero di non averti annoiato con tutte queste informazioni, molto probabilmente se così fosse non staresti leggendo questo ultimo paragrafo e avresti lasciato la pagina dopo aver letto la temperatura minima e massima.

Da amante delle orchidee e delle piante tropicali credo che sia importante capire l’importanza del clima nella loro crescita.

Non penso che tu debba necessariamente applicare il concetto di VPD per aver successo con le orchidee in casa, ma credo che da appassionati possa essere interessante e utile spingersi quel pelino oltre. Anche solo per capire meglio gli strani meccanismi che la natura ha messo in piedi.

Quel che è certo, è che capire che c’è una stretta correlazione tra temperatura e umidità, ti aiuterà a tamponare i danni delle giornate afose estive, così come far crescere rapidamente le orchidee anche nei mesi invernali. 

Se hai trovato l’articolo interessante, o pensi che rimanga qualcosa da aggiungere che possa essere utile agli altri lettori di questo blog, scrivilo qui sotto. 

1 commento su “Orchidea Temperatura ideale, umidità e ventilazione”

  1. Ho trovato molto interessante Il discorso sulla temperatura e luce. Con le Phaleonopsis non ho mai avuto problemi nel coltivarle e farle rifiorire, invece li ho con i Cymbidium, in quanto vivendo al Nord precisamente a Udine, d’inverno non ho un locale ad una temperatura di 10-12 gradi per farli svernare, ma li devo collocare in mansarda a 14-15 gradi, per fortuna molto luminosa. Comunque, quest’anno mi sono impegnato, la primavera e l’estate scorse li ho seguiti: bagnati, concimati a dovere ecc. e li ho ritirati a fine novembre, facendogli subire lo sbalzo termico fra il giorno e la notte. Tutto ciò sembra abbia giovato ad alcuni, i quali stanno sviluppando i primi germogli fioriferi.

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