Orchidea radici secche: Perché succede e cosa fare

In questo post parliamo del perché l’orchidea ha radici secche e di cosa fare affinché la pianta riprenda a farne di nuove e crescere rigogliosa.

Questo problema è molto comune, ed è dovuto soprattutto alle cure particolari che queste piante richiedono.

Oltre che alla diversa struttura delle radici stesse.

Al termine della lettura, grazie alla descrizione e alle foto illustrative, sarai in grado di distinguere le radici secche da quelle ancora vive, saprai esattamente cosa fare e come incentivare l’orchidea a produrne di nuove.

Prima di iniziare però, ci tengo a fare una precisazione.

In questo articolo mi riferirò esclusivamente alle radici “normali”, cioè quelle all’interno del vaso. Se stavi cercando informazioni sulle radici aeree dell’orchidea clicca qui.

Fatta questa precisazione, direi che possiamo iniziare.

orchidea radici secche cosa fare

Perché l’orchidea ha radici secche?

Il motivo per cui le radici dell’orchidea seccano è la disidratazione, dovuta a carenza d’acqua, marciume radicale o concimazioni eccessive, che porta il citoplasma delle cellule a svuotarsi e conferisce alle radici un aspetto vuoto e raggrinzito.

Potresti notare anche altri sintomi, come foglie raggrinzite e molli. Oppure i fiori e i boccioli che seccano e cascano prematuramente.

Annaffiature sporadiche e troppo distanziate sono senz’altro il problema principale, ma spesso le cause che provocano uno scompenso idrico sono altre.

Ad esempio un substrato che trattiene poca acqua, come la corteccia quando è nuova. O un temporaneo stress post rinvaso che riduce la capacità della pianta di assorbire l’acqua.

Poi abbiamo le radici che seccano in seguito al marciume radicale, oppure avvizziscono per l’eccessiva concentrazione di fertilizzante nell’acqua.

Vediamo uno ad uno i motivi principali per capirci qualcosa in più.

Poca acqua

Ogni orchidea ha specifiche necessità in fatto di annaffiature. Le Phalaenopsis, che sono senz’altro il genere più conosciuto, sono tra le meno esigenti in fatto di acqua, e vanno innaffiate quando le radici sono asciutte.

Solitamente le si bagna quando le radici diventano color grigio argentato.

Se si attende troppo a lungo, le foglie continuano a disperdere acqua portando le radici a diventare secche e rugose poco a poco.

Il tempo che può volerci è molto variabile. Dipende principalmente dalla temperatura, dall’esposizione alla luce e dall’umidità.

Inizialmente sulla superficie delle radici compariranno delle crepature (simili a rughe), arrivando ad essere completamente vuote e schiacciate quando sono secche.

Una cosa analoga può accadere anche dopo un travaso, solitamente quando il substrato che si usa ha una ritenzione idrica minore di quello precedente.

L’esempio più comune lo si ha proprio con la corteccia. Quella vecchia tende a trattenere molta più acqua rispetto a quella nuova, e questo cambiamento può recare un certo stress alla pianta.

Non a caso si tende ad innaffiare l’orchidea per immersione nel periodo che segue il rinvaso (per permetterle di impregnarsi meglio), oppure a lasciare in ammollo la corteccia prima di usarla.

Marciume radicale

Un altro tra i motivi principali per cui l’orchidea ha radici secche, è il marciume radicale. A causa di un eccesso d’acqua le radici marciscono e muoiono. Non appena il substrato asciuga ci si ritrova con radici completamente secche e morte.

orchidea marciume radicale

Il marciume radicale è un problema molto comune, specialmente quando si ha a che fare con le orchidee per le prime volte.

Si tratta di una malattia fungina, dovuta soprattutto al Pythium o alla Phytophthora, due patogeni che colpiscono l’apparato radicale quando rimane bagnato troppo a lungo. Grazie alle loro zoospore che attraversano le pareti della pianta per mezzo dell’acqua.

Se questo è il tuo caso, ti consiglio di leggere questo post che parla di come salvare un’orchidea con radici marce o Phalaenopsis senza radici.

Concime troppo concentrato

Utilizzare fertilizzante troppo concentrato o concimare le orchidee troppo spesso può “bruciare” le radici a causa dell’eccessiva salinità, e darli un aspetto secco in superficie.

Il velamen, la membrana spugnosa che riveste le radici, assorbe molto rapidamente acqua e nutrienti. Se la quantità di sali minerali nell’acqua è eccessiva, si accumulano all’interno provocando lesioni scure e secche.

radici bruciate e secche per l'eccesso di concime

Lo stesso può accadere quando si concima troppo spesso, non dando tempo alla pianta di assorbire gli elementi presenti nel terriccio e nell’acqua d’irrigazione.

La concimazione dell’orchidea può sembrare una tematica complessa, ma in realtà non è molto diversa da quella di tante altre piante. Il trucco sta nel utilizzare un fertilizzante corretto, diluirlo al punto giusto e somministrarlo alla giusta frequenza.

Per evitare che l’apparato radicale si bruci, alcuni preferiscono concimare solo a radice umida. Praticamente innaffiano con acqua prima di concimare con la soluzione nutritiva (acqua + concime).

Personalmente non lo ritengo necessario, e preferisco concimare con metà del dosaggio consigliato sull’etichetta. Dopo 3-4 fertirrigazioni innaffio dall’alto con sola acqua per dilavare eventuali accumuli nel substrato.

Puoi trovare il metodo con cui concimo le orchidee qui.

Cosa fare con le radici secche dell’orchidea?

La prima cosa da fare quando un’orchidea ha radici secche è distinguere quelle morte da quelle vive e leggermente disidratate. Le prime vanno assolutamente rimosse, perché marciranno molto facilmente, mentre le seconde possono essere tenute perché ancora in grado di svolgere il loro compito.

Un apparato radicale completamente secco e fuori uso, ha radici vuote e piatte. Le cellule che lo compongono hanno perso il citoplasma al loro interno e sono completamente morte.

radici secche e morte di orchidea

Queste radici vanno assolutamente tagliate, perché al primo contatto con l’acqua inizieranno a marcire dando il via ad una serie di malattie fungine. Partendo col marciume radicale.

Le radici disidratate ma ancora vive invece, hanno un aspetto rugoso e appassito, ma sono ancora cicciottelle e sode al tatto. Se innaffiate, nella maggior parte dei casi riprendono il loro turgore iniziale e tornano a svolgere la loro funzione normalmente.

In questo caso, se la pianta ha solo radici leggermente disidratate (e non morte) basterà riprendere ad innaffiare con più gradualità.

orchidea radici disidratate e secche

Se l’orchidea invece ha diverse radici secche e morte, bisogna procedere con un “rinvaso d’urgenza”, a prescindere dalla stagione dell’anno. Innaffiarla come se niente fosse o temporeggiare aggraverebbe solo la situazione.

Come salvare un’orchidea con radici secche

Se le radici della tua orchidea sono completamente secche e svuotate, devi:

  1. Estrai la pianta dal vaso e rimuovi tutto il substrato dalle radici: Se necessario aiutati nel procedimento con acqua corrente, in modo da ammorbidire un po’ le radici e staccare i pezzetti di corteccia con più facilità.
  2. Taglia tutte le radici secche: La potatura delle radici va fatta con forbici sterilizzate, e il taglio va fatto dove il tessuto è ancora vivo. Se la radice è completamente secca rimuovila all’attaccatura col fusto.
  3. Fai asciugare l’apparato radicale per 12-24ore: Questo servirà a far cicatrizzare i tagli prima del rinvaso.
  4. Procurati un vaso poco più voluminoso delle radici: Un vasetto “piccolo” e trasparente ti aiuta a tener sotto controllo le radici e, asciugando velocemente, riduce il rischio di ristagno idrico.
  5. Rinvasa l’orchidea con un substrato a tua scelta: Solitamente si utilizza la corteccia per orchidee, ma ce ne sono tanti altri. Assicurati solamente che rispetti il fabbisogno idrico della tua pianta. Nel caso della Phalaenopsis dev’essere molto arioso e drenante.
  6. Innaffia l’orchidea con acqua tiepida.

A questo punto, a seconda di quante radici secche hai tagliato, la tua orchidea affronterà un periodo di adattamento più o meno lungo.

Se ha ancora diverse radici sane e vive, supererà lo stress in poche settimane.

Se invece l’orchidea ha poche radici o non ne ha affatto (perché le hai tagliate tutte) dovrai promuovere la produzione di un nuovo apparato radicale.

Come promuovere la formazione di nuove radici?

Esistono diversi modi per incentivare la produzione di nuove radici in un orchidea, come:

  • La sfagno terapia. All’interno di una busta di plastica.
  • La tecnica dello sfioro.
  • Immergere la base del fusto in acqua (a mio avviso rischioso e che porterà ad avere radici “acquatiche” che seccheranno rapidamente su tolte dall’acqua).
  • Appoggiare le radici su del muschio di sfagno umido. Magari senza che il fusto lo tocchi.
phalaenopsis senza radici come radicare

E altre ancora.

La scelta di un metodo rispetto all’altro dipende dalla quantità di radici che si ha, oltre che dal genere di appartenenza della pianta.

In ogni caso ci vuole tempo e pazienza prima che riesca a riformare un apparato radicale in grado di sostentarla a pieno. E durante questo lasso di tempo è importante mantenere l’umidità ambientale il più alta possibile.

Per nostra fortuna, ci sono dei prodotti in grado di dare una forte spinta alla produzione di radici.

Sto parlando di ormoni radicanti, come il Clonex Mist e di stimolatori di radici come l’Algatron.

Il primo (Clonex Mist) viene spruzzato ed assorbito dalle foglie, aumentando drasticamente la velocità e la quantità di radici prodotte.

Il secondo (Algatron), è un additivo naturale che va diluito in acqua e che si utilizza quando l’orchidea ha già qualche piccola radice.

Extra: L’importanza del velamen per le radici delle orchidee.

L’apparato radicale della Phalaenopsis e di molte altre orchidee tropicali è caratterizzato da radici grosse e carnose, avvolte da uno strato di cellule epidermiche morte chiamato Velamen.

Il velamen funziona come una barriera, che in natura rallenta l’evaporazione d’acqua ed impedisce alle radici di seccare troppo rapidamente. Ricorda che queste piante sono epifite, nel loro habitat naturale le radici rimangono spesso esposte all’aria.

Oltre a questo, il velamen da un enorme contributo nell’assorbimento dell’acqua. Si comporta come una spugna, assorbendola molto velocemente.

É anche ciò che conferisce alle radici dell’orchidea un colore argenteo quando sono asciutte e verde quando sono bagnate. Il color verde in realtà è dato dallo strato di epidermide sottostante, ma bagnandosi il velamen diventa trasparente e permette di vedere il colore sottostante.

Grazie a questo, le orchidee con radici carnose (come la Vanda, la Cattleya e appunto la Phalaenopsis) riescono a sopravvivere con l’apparato radicale esposto all’aria.

Conclusioni

Ed eccoci alla fine di questo approfondimento sulle radici secche delle orchidee.

Spero che leggendolo tu abbia imparato qualcosa di nuovo e utile.

Ora mi piacerebbe farti due domande…

  • Hai mai avuto un’orchidea rimasta completamente senza radici? Se si, quale tecnica di “recupero” hai adottato per salvarla?
  • C’è qualcosa riguardo a questo argomento che vorresti chiedermi o che ti farebbe piacere condividere con gli altri lettori del blog?

Scrivilo qui sotto nei commenti.

6 commenti su “Orchidea radici secche: Perché succede e cosa fare”

  1. Grazie per l’articolo che è stato per me illuminante tanto che mi ha aiutato a comprendere e rivedere come gestire le mie orchidee , chiedo a questo proposito una integrazione . Nel caso di poche radici ogni quanto va spruzzato il clonex must sulle foglie ? E l’altro prodotto algatron lo possiamo inserire ad ogni annaffiatura e per quanto tempo e in che periodo ?

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    • Ciao Antonella, grazie mille per il commento e il suggerimento sull’integrazione. Provvederò sicuramente a farlo.

      Nel frattempo ti rispondo qui.

      Il Clonex Mist lo spruzzo ogni 3-4 giorni, finché la pianta non ha prodotto almeno 3 o 4 radici lunghe qualche centimetro. A seconda del periodo e della genetica alcune reagiscono prima di altre. Nel frattempo cerco di tenere l’umidità il più alta possibile per rallentare la disidratazione delle foglie.

      Algatron invece lo uso quando le radici sono già a contatto con il substrato poiché è da li che viene assorbito. Questo continuo a darlo ad ogni annaffiatura finché non intravedo qualche radice dal vaso. Quando reputo che l’apparato radicale è sufficientemente sviluppato da sostentare la pianta smetto di usarlo. Se non sporadicamente ogni 1-2 mesi per dare un piccolo “boost” alla pianta.

      Spero di esserti stato utile.

      Un saluto, Gabriele

      Rispondi
  2. Ciao scusate l’ignoranza io ho un’orchidea che ho rinvasato, ho tolto tutte le radici xke’ erano marce ma fortunatamente al colletto sono nate 2 radici verdi che ora sono molto corte e carnose che non so se sono aeree o no cmq ho rinvasato lasciando solo queste due quale sarebbe l ormone più a adatto oltre al concime che già le do ogni 15 gg? grazie mille

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    • Buongionro Alessia, la distinzione tra radici aeree e non viene fatta da noi per distinguere quelle che crescono all’interno del substrato da quelle che crescono fuori. In fase iniziale non c’è nulla che le distingua.

      Tornando alla tua domanda, se le radici hanno già qualche centimetro di lunghezza puoi utilizzare un semplice stimolatore di radici, nel caso in cui queste non entrassero ancora in contatto col substrato invece conviene usare un ormone radicante spray (tipo clonex). Puoi trovare i link su questa pagina.

      Un saluto, Gabriele

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  3. Mi chiamo Patrizia
    Io non ho detto radici aeree secche in superficie
    Io ho detto che annaffiare le orchidee phalaenopsis a immersione come faccio sempre, rimane la corteccia in superficie asciutta
    Cosa devo fare?
    La devo spruzzare con uno spruzzatore
    Però spruazzando si bagno il colletto dell’orchidea e dicono che non va bene
    Allora cosa devo fare
    Aspetto una sua risposta
    Grazie
    Buona serata

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    • Ciao Patrizia,

      Ciò che descrivi è abbastanza comune, specialmente quando il bark è fresco. Se l’orchidea ha un apparato radicale ben sviluppato non rappresenta un problema.

      Quando innaffi per immersione puoi tentare di portare il livello dell’acqua fino all’orlo del vaso. L’importante non è bagnare il colletto, ma non far entrare acqua tra le ascelle fogliari. Sconsiglio invece di spruzzare perché ha un effetto irrilevante e (come hai detto tu) rischia solo di far finire delle gocce tra le foglie della pianta.

      Spero di esseti stato utile,
      Un saluto Gabriele

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