Orchidea Cattleya cure: Come coltivare la regina delle orchidee

L’orchidea Cattleya è tra i generi di orchidee più apprezzati dagli orchidofili o da chi vuole addentrarsi nel meraviglioso mondo delle orchidee tropicali.  

Per anni, prima che la coltivazione delle Phalaenopsis venisse perfezionata e riprodotta su scala industriale, la Cattleya è stata considerata la regina delle orchidee, grazie ai suoi fiori spettacolari e profumati.

Queste piante epifite provengono dal centro e sud America, dove grazie alle loro radici aeree crescono aggrappate ai rami alti degli alberi o nelle intercapedini della roccia. 

orchidea cattleya cura e coltivazione

Le specie che crescono in natura sono piante piuttosto ostili e difficili da coltivare in casa o in serra, anche per un hobbista con anni di esperienza.

Fortunatamente nei decenni le Cattleya sono state incrociate e selezionate allo scopo di offrirci degli ibridi più semplici da coltivare, fiori più duraturi e dai colori più vari.

Ad oggi sul mercato si trovano esclusivamente (o quasi) ibridi piuttosto resistenti, facili da coltivare e da far fiorire.

Per quanto il mondo delle orchidee sia ricco di eccezioni, possiamo stabilire delle regole valide per il 90% degli ibridi di Cattleya che troviamo sul mercato. 

In questo post parliamo proprio della regina delle orchidee, la Cattleya, di come prendercene cura e cosa possiamo aspettarci da questa meravigliosa pianta.

cattleya su sfondo trasparente

Ciclo vitale dell’orchidea Cattleya

La Cattleya rientra tra le orchidee con uno sviluppo simpodiale. Le piante di questo tipo sviluppano un rizoma che cresce in orizzontale lungo la superficie del substrato, possiamo considerarlo come il “fusto” della pianta. 

Dal rizoma l’orchidea sviluppa uno (o più) getti, che maturando creano degli pseudobulbi, che servono alla pianta per accumulare acqua e sostanze nutritive. Nella Cattleya questi pseudobulbi hanno un aspetto cilindrico e allungato (chiamati anche canne per la loro forma), con una o più foglie a seconda della specie o ibrido che si ha tra le mani. 

Quando lo pseudobulbo è maturo, se le condizioni climatiche glie lo permettono, la Cattleya getterà uno stelo floreale dall’apice della canna o dall’ascella fogliare. Questa orchidea generalmente fiorisce una sola volta da ciascuno pseudobulbo. 

orchidea cattleya quando rinvasare

Ci sono ibridi che possono impiegare alcuni mesi da quando la canna è matura all’inizio della fioritura, come ho detto prima, il mondo delle orchidee è vario e alcune piante non seguono il comportamento delle altre. 

Verso il termine della fioritura, dalla base dello pseudobulbo fiorito (quello più giovane) inizia a crescere uno (o più) nuovo getto, che nell’arco di 4-9 mesi arriverà a piena maturazione dando vita ad un nuovo pseudobulbo. 

Seppur raramente, la Cattleya è in grado di produrre nuovi getti anche da pseudobulbi più vecchi. 

Nel frattempo nuove radici iniziano a crescere dal nuovo getto, nel punto in cui si collega con il rizoma. 

La Cattleya concentra la produzione di nuove radici nelle parti più giovani della pianta, dai nuovi getti o dagli pseudobulbi ancora giovani, mentre blocca quasi completamente la creazione di radici dagli pseudobulbi più vecchi. 

cattleya nuovo getto e rizoma

Infografica – sviluppo simpodiale – Cattleya

Le radici della Cattleya, come quelle di altre orchidee epifite, sono ricoperte da una membrana spugnosa dal colore grigiastro chiamata velamen. Questa membrana assorbe facilmente l’acqua dall’aria circostante e della pioggia aiutando le radici ad idratarsi anche fuori dal terreno. 

Quando il nuovo pseudobulbo è maturo e ha radici autonome, la pianta sarà solitamente pronta a rifiorire e così il ciclo si ripete. 

Ad ogni ciclo l’orchidea può produrre uno o più nuovi getti da ciascuno pseudobulbo giovane, a loro volta questi nuovi getti potranno dar vita a uno o più nuovi getti e negli anni si può spesso arrivare ad avere piante con diversi pseudobulbi in fioritura contemporaneamente. 

Seppur la grandissima maggioranza delle Cattleye non ha una fase di senescenza come altre orchidee, alcune specie hanno un breve periodo di dormienza in cui la pianta interrompe per un mesetto o due la crescita per poi riprendere a crescere normalmente. 

Fioritura

La maggior parte delle orchidee Cattleya fiorisce semplicemente quando la pianta è pronta per fiorire, o per meglio dire, quando i nuovi getti sono cresciuti e gli pseudobulbi sono maturi.  

A seconda della specie, alcune Cattleya fioriscono alla completa maturazione dello pseudobulbo, altre possono fiorire alcuni settimane o mesi dopo. 

orchidea cattleya nuovo stelo floreale

Il fattore più importante per far fiorire la Cattleya è la luce, queste orchidee necessitano di molta luce per fiorire, anche diretta, facendo solo attenzione nelle ore centrali della giornata durante i mesi estivi. Questo basterà ad eviterà bruciature sul fogliame.

La causa principale per cui una Cattleya non fiorisce infatti è proprio carenza di luce.

Se la tua Cattleya non fiorisce da più di un anno, nonostante abbia nuovi pseudobulbi maturi e un aspetto sano, potrebbe essere che l’ibrido che hai tra le mani abbia un comportamento differente dalla maggior parte di questo genere e che abbia bisogno di un “input” esterno per rifiorire.

Esistono infatti degli ibridi (provenienti da 3 particolari specie selvatiche) che sono fotoperiodici, cioè fioriscono solo quando le giornate si accorciano e le ore di luce giornaliere sono 9-10. 

Altre specie di Cattleya, fioriscono solamente in seguito ad un periodo in cui l’escursione termica giorno/notte è accentuata. Queste orchidee richiedono uno sbalzo termico (ideale) di 10-15°C per fiorire. Un’escursione termica minore può comunque portare alla fioritura di queste piante, ma la Cattleya potrebbe impiegarci più tempo ha ricevere l’imput per iniziare a fiorire. 

Luce

Tra i tanti fattori che influiscono nella crescita delle orchidee, nel caso della Cattleya la luce è forse il più importante. Se ti stai domandando quanta luce vuole la Cattleya, la risposta è “tanta”, per l’esattezza tra i 30.000 e i 40.000 lux . 

In casa questa quantità di luce la possiamo trovare sul davanzale di una finestra rivolta a est, ovest o sud.

Destina l’angolo più luminoso di casa alla Cattleya e lei ti ringrazierà. 

fiore arancione di cattleya

Durante l’autunno e l’inverno la Cattleya può tranquillamente ricevere tutto la luce che il sole ha da offrire, mentre in tarda primavera o in estate bisogna tenere l’orchidea al riparo dai raggi diretti dalla tarda mattinata al tardo pomeriggio. A questo scopo puoi utilizzare una tenda bianca opacizzante oppure spostare la pianta al riparo dai raggi solari diretti. 

Va precisato che la luce da sola, non crea bruciature sulle foglie ma è l’aumento della temperatura fogliare causato dalla luce a danneggiarle. 

La Cattleya ama crescere all’aperto, per cui in primavera e in estate è possibile spostare queste orchidee all’esterno, facendo attenzione alle gelate o ai raggi solari diretti nelle ore pomeridiane. Sarebbe ideale che le temperature non scendessero mai sotto gli 8-10°C.

Come capire se l’orchidea Cattleya riceve abbastanza luce.

Per capire se la Cattleya riceve luce sufficiente possiamo affidarci a due strumenti, un luxometro o i nostri occhi. 

Sebbene io consigli di munirsi di un luxometro, che ormai li si può trovare online senza spendere molto, l’investimento migliore da fare è imparare ad osservare (e capire) le nostre piante. 

Ovviamente bisogna sapere come si presenta una Cattleya sana per poter avere un termine di paragone. 

Una Cattleya che riceve luce sufficiente ha:

  • Foglie di colore verde lime, leggermente tendente al giallo. 
  • Gli pseudobulbi sono gonfi e grandi uguali (eccetto i nuovi getti non ancora sviluppati).
  • I nuovi getti crescono dritti verso la fonte di luce. 
  • A sviluppo ultimato, i nuovi pseudobulbi sono grandi quanto quello precedente. 
  • Gli steli floreali crescono dritti senza piegarsi. 

Viceversa, una Cattleya che non riceve abbastanza luce, ha foglie verde scuro.

Non ricevendo sufficiente luce, la pianta non riesce a produrre energia a sufficienza per cui inizia ad utilizzare le scorte di carboidrati immagazzinati negli pseudobulbi, che si presenteranno sempre più piccoli rispetto a quelli precedenti.

Se hai una pianta con problemi causati da carenza di luce, spostala gradualmente in un luogo più luminoso; piante dal fogliame scuro sono più propense a scottature, percui abitua piano piano la tua Cattleya al nuovo ambiente. 

fiore bianco di orchidea regina cattleya

Alcune Cattleye (per lo più ibridi derivanti da 3 specie selvatiche warscewiczii, mossiae e gaskelliana) sono piante fotoperiodiche, questo vuol dire che il numero di luce (e di buio) di un giorno influenza la loro fase di crescita. In natura questo permette a loro di capire in che stagione si trovano e quando fiorire, ma in casa non è sempre scontato riuscire a garantire 12-14 ore di buio ininterrotto durante la notte. Fortunatamente troviamo molti ibridi che non hanno questa peculiarità.

Temperatura

L’orchidea Cattleya sopporta bene i climi più disparati, basti pensare che in natura crescono in ambienti che vanno dai 5-10°C fino a 35-40°C nelle ore più calde del giorno. 

Tuttavia non è consigliabile mantenere le temperature agli estremi della loro sopportazione e va aggiunto che gli ibridi di orchidea Cattleya che troviamo in commercio possono derivare da genitori provenienti da zone in cui l’escursione non è così marcata. 

La temperatura ottimale a cui coltivare la Cattleya è tra i 12-15°C durante le ore notturne e i 24-30°C durante il giorno. Particolare importanza va data allo sbalzo termico tra il giorno e la notte, l’ideale sarebbe di 10-15°C di differenza, specialmente per piante mature. 

macro fiore orchidea

Alcune varietà di Cattleya fioriscono solamente dopo un periodo in cui lo sbalzo termico giorno notte è marcato, possibilmente di 10-15°C. Se dopo un’anno la tua Cattleya non è rifiorita, ma la pianta è in piena forma, allora proverei a lasciare la pianta fuori casa durante la notte quando le temperature sono miti (min 8-10°C) per vedere se la pianta risponde gettando nuovi steli. 

Per fortuna la maggior parte degli ibridi di Cattleya non necessitano di escursione termica giorno notte per fiorire, ma getteranno nuovi steli semplicemente quando i nuovi pseudobulbi saranno maturi. 

Durante il giorno quest’orchidea può sopportare temperature anche sopra i 35°C avendo cura di proteggere la pianta dal sole diretto. All’aumentare della temperatura anche l’umidità dovrebbe salire, in modo che la pianta riesca a tenere aperti gli stomi.

Umidità e Ricircolo

L’orchidea Cattleya è una pianta molto tollerante nei confronti del clima, anche sotto il punto di vista dell’umidità ambientale; questa orchidea sopporta bene un’umidità relativa compresa tra 40 e 80%, adattandosi bene al clima di casa.

Se l’umidità cala troppo, solitamente in inverno quando il riscaldamento è acceso, possiamo adottare una serie di accorgimenti per aumentare l’U/R; Possiamo usare un umidificatore per caloriferi in coccio, lasciare una bacinella d’acqua ad evaporare o (se proprio necessario) nebulizzare dell’acqua al mattino sulle foglie della pianta.

Un’alternativa semplice ed efficace (ma un pochino più dispendiosa) consiste nell’utilizzare un umidificatore ad ultrasuoni.

Un tasso di umidità superiore all’80% non causa problemi alla pianta, ma in tal caso è meglio mantenere l’aria in movimento per evitare che ristagni d’aria umida possano causare problemi fungini o batterici, specialmente se in concomitanza con basse temperature. 

L’umidità relativa e la temperatura sono in stretta correlazione tra loro per l’apertura degli stomi della pianta. All’aumentare della temperatura anche l’umidità dovrebbe salire e viceversa una pianta richiede meno umido a temperature più miti.

Annaffiatura

La Cattleya deve essere annaffiata quando le radici sono praticamente asciutte, un po’ come siamo soliti innaffiare la Phalaenopsis. Sono troppi i fattori che influiscono sulla velocità con cui il substrato si asciuga (come temperatura, u/r, ventilazione, grandezza del vaso, tipo di terriccio, grandezza della pianta, fase di crescita della pianta, etc) per cui non è possibile stabilire una scadenza esatta.

Per capire quando bagnare l’orchidea Cattleya il metodo più pratico è sentire il peso della pianta. Se il vaso è pesante significa che il terriccio è ancora bagnato, se il vaso è leggero invece sarà asciutto. 

Se hai dei dubbi e non sai se innaffiare o meno, allora è meglio aspettare ancora un giorno o due, le Cattleya infatti preferiscono preferiscono restare asciutto per un giorno o due piuttosto che avere radici umide troppo a lungo.

In natura queste orchidee sono esposte a continui e rapidi cicli di asciutto e bagnato. Il velamen, la membrana dal colore argentato che ricopre le radici, assorbe acqua come una spugna; quando questa membrana spugnosa è completamente carica di acqua, non è in grado di scambiare acqua con l’atmosfera portando le radici a marcire rapidamente. 

infografica radice cattleya

Durante l’inverno, quando la luce è meno intensa e le temperature sono più miti, la Cattleya richiede annaffiature meno frequenti.

L’acqua d’irrigazione dovrebbe essere il più dolce possibile, possibilmente demineralizzata o piovana. Un’acqua di rubinetto troppo dura (contenente molto carbonato di calcio) causerebbe nel tempo problemi di pH e accumulo di sali nel terriccio. 

Il pH dell’acqua deve aggirarsi tra il 5,5 e il 6,5 a seconda del tipo di terriccio che si utilizza, se il substrato che usi è a prevalenza di bark il pH consigliato è 6,5.

L’innaffiatura può essere effettuata da sopra o immergendo il vaso fino all’orlo in una ciotola piena d’acqua. Nell articolo “come annaffiare le orchidee” trovi molti approfondimenti su l’innaffiatura delle orchidee, in particolare quelle epifite. 

Concimazione

Per sua natura, la Cattleya (come le altre orchidee epifite) preferisce concimazioni a basso dosaggio ma frequenti. Nel loro habitat naturale le orchidee epifite trovano il loro nutrimento da scarti animali, foglie e corteccia in decomposizione che vengono sciacquati dalla pioggia fino ad arrivare alle radici della pianta. 

Rispetto ad altre orchidee, la Cattleya si può definire una “mangiona” nel senso che è in grado di assorbire quantità di fertilizzanti leggermente maggiori.

Un fertilizzante completo (NPK 20-20-20 o in proporzioni simili) può coprire l’intero ciclo vitale della pianta, purché comprenda anche tutti i micronutrienti, in particolar modo Calcio e Magnesio. Se non è così bisognerà integrare con nitrato di calcio.

Il fertilizzante può essere somministrato ad ogni innaffiatura utilizzando 1/2 del dosaggio consigliato dal produttore o in alternativa a dosaggio pieno ad innaffiature alternate. 

Ogni 4 innaffiature è opportuno bagnare il substrato con un’irrigazione abbondante di sola acqua demineralizzata o piovana, per sciacquare eventuali residui di fertilizzante in eccesso.

A chi è agli inizi e non vuole complicarsi troppo la vita consiglio di utilizzare questo tipo di fertilizzante, o eventualmente una formula specifica per orchidee, diluendo il dosaggio consigliato dal produttore in modo da poterla somministrare ad ogni irrigazione. 

Ad esempio : Se il dosaggio consigliato dal produttore è 10ml/L una due settimane, se innaffi ogni settimana il dosaggio va diluito a 5 ml/L in modo da somministrare la stessa quantità ma distribuito più gradualmente.

Esistono tecniche di concimazione più avanzate che seguono le fasi di sviluppo della pianta, in modo da offrire esattamente ciò di cui la pianta ha bisogno nel momento giusto; Non voglio dilungarmi troppo sulla fertirrigazione in questo articolo, puoi trovare un sacco di informazioni interessanti e utili nella mia “Guida sulla concimazione delle orchidee“.

Terriccio

Il substrato ideale per l’orchidea Cattleya dev’essere arioso e ben drenante, per garantire ossigeno in abbondanza alle radici. Le radici di questa orchidea sono sensibili al ristagno idrico per cui bisogna evitare terricci che rimangono bagnati troppo a lungo. 

La corteccia, che sia di pino o di abete, è il materiale più utilizzato per comporre i migliori substrati per orchidee epifite. Conosciuta come bark, la corteccia riproduce al meglio le condizioni di vita naturali della Cattleya, che in natura cresce spesso sui rami degli alberi.

Solitamente viene preferito un bark di dimensione medio grande, che garantisce un ottimo drenaggio dell’acqua al quale si possono aggiungere degli ammendanti per aumentare (o ridurre) la ritenzione idrica a seconda delle esigenze. 

bark pezzatura grossa orchidee

Un’ottima alternativa inerte alla corteccia è l’argilla espansa, possibilmente con biglie di dimensione grande. Questo substrato ha diversi vantaggi, tra cui l’abbondanza di macropori che permettono il ricircolo d’aria tra le radici e una maggiore durabilità rispetto al bark. 

L’argilla espansa, essendo un materiale roccioso non si decompone, non si compatta e può essere riutilizzata “all’infinito”.

Fibra di cocco a pezzetti, lapillo vulcanico, ghiaia, muschio di sfagno … sono tutti materiali che possono essere utilizzati puri o in mix per comporre il terriccio perfetto per le tue orchidee, a seconda del clima in cui coltivi, delle piante che hai e delle tue tecniche colturali. 

Infatti bisogna dire che non esiste un substrato migliore per tutti, quello che può funzionare in un’area può non funzionare altrettanto bene in un’altra; Se il bark può essere una buona base di partenza per tutti, in un’area particolarmente calda e asciutta potrebbe essere necessario aggiungere dello sfagno per aumentare la ritenzione idrica e per non dover innaffiare ogni giorno o due. 

Qualunque sia il terriccio che scegli di usare, la cosa importante è lasciare alla pianta il tempo di adattarsi. Non travasare mai tutte le orchidee quando provi per la prima volta un nuovo substrato, prova prima con un paio di orchidee per vedere come si comportano e come reagiscono.

Rinvaso

L’orchidea Cattleya va rinvasata solitamente ogni 2 o 3 anni, quando la pianta è cresciuta troppo per il vaso in cui si trova, o quando il terriccio si è decomposto o compattato. 

Se è vero che il momento migliore per rinvasare una Cattleya è solitamente al termine della fioritura, la nostra attenzione va posta più sulle radici che sui fiori. 

Quando la Cattleya sta ultimando la fioritura, l’orchidea inizia a produrre un nuovo getto, dal quale presto inizieranno a crescere nuove radici; Questo è il momento perfetto per rinvasare. 

La Cattleya ha delle radici piuttosto sensibili e spesso dopo il travaso molte radici muoiono, per questo bisognerebbe sempre aspettare che la pianta inizi a produrre nuove radici prima di rinvasarla, in modo che queste attecchiscano più facilmente nel nuovo vaso e vadano rapidamente a rimpiazzare eventuali radici morte. 

Come rinvasare orchidee simpodiali

Come rinvasare un’orchidea Cattleya

La Cattleya si rinvasa come tante orchidee simpodiali, ecco i passaggi : 

  1. Innaffia la pianta per inumidire le radici e renderle più flessibili.
  2. Togli l’orchidea dal vaso e pulisci bene le radici dal substrato vecchio.
  3. Taglia via tutte le radici morte o marce con una forbice sterilizzata; poiché gli pseudobulbi vecchi solitamente non creano nuove radici, rimuovi le radici cresciute sulla parte più vecchia della pianta perché queste potrebbero marcire rapidamente dopo il travaso.
  4. Sterilizza le radici con del perossido d’idrogeno 3% (acqua ossigenata) per prevenire potenziali problemi nei 2 o 3 anni in cui l’orchidea crescerà nel nuovo terriccio. Questo passaggio è facoltativo ma consigliato a mio avviso. 
  5. Quando si rinvasa un’orchidea simpodiale, come anche il Paphiopedilum, l’Oncidium o il Dendrobium, bisogna osservare la direzione in cui la pianta cresce; gli pseudobulbi più vecchi andrebbero messi contro il bordo del vaso, in modo da lasciare spazio ai nuovi getti di crescere verso il centro. 
  6. Riempi il vasetto di substrato in modo che il rizoma rimanga appena al di sotto del terriccio.

Se la Cattleya ha almeno 6 pseudobulbi maturi, la pianta può essere divisa attraverso la divisione degli pseudobulbi. Quando si divide un’orchidea simpodiale bisognerebbe sempre lasciare almeno 3 pseudobulbi maturi attaccati a ciascuna porzione di pianta, in modo che garantiscano sufficiente energia alla pianta dopo il travaso. 

In fondo al post “rinvasare orchidee in 9 step” spiego nel dettaglio come propagare orchidee simpodiali per divisione degli pseudobulbi.

Malattie e Parassiti

La Cattleya, grazie alle sue foglie dure e resistenti attira meno parassiti che succhiano la linfa, come afidi, tripidi o cocciniglia. Infestazioni di questo tipo tendono a rimanere più circoscritte e quindi più facili da trattare sulle Cattleya piuttosto che altre orchidee o piante da appartamento. 

Resta però attaccabile da una serie di parassiti fungini, batteri e virus.

Nell’articolo “malattie e parassiti delle orchidee” spiego nel dettaglio come riconoscere e debellare i parassiti e le malattie che più comunemente colpiscono le orchidee.

fusarium su rizoma orchidea

Conclusioni

La Cattleya, considerata da sempre la regina delle orchidee, è una pianta molto affascinante, resistente e facile da coltivare. In casa, se si dispone di una finestra ben illuminata, questa pianta può dare gioie immense, grazie alle sue fioriture spettacolari, i suoi fiori dai colori pazzeschi e la sua velocità di crescita. 

I fiori profumati della Cattleya hanno gli aromi più vari, dalla vaniglia alla cannella, dalla menta agli agrumi.

fiore cattleya petali gialli labello rosso

Con le giuste accortezze e tanto amore, questa orchidea può fiorire più volte all’anno a prescindere dalla stagione. Quando ha raggiunto una dimensione “generosa” la Cattleya può offrire dei veri e propri bouquet di fiori che crescono da ciascun nuovo pseudobulbo.

Tra le orchidee è la pianta che si adatta più facilmente ai climi domestici, sopporta le temperature più varie oltre che adattarsi discretamente anche ad ambienti asciutti. 

La parola d’ordine per avere successo con le Cattleya è “LUCE”. Queste orchidee adorano la luce e per fiorire la richiedono. Se coltivi in casa, cerca di riservarle l’angolo più luminoso a tua disposizione. In primavera o in estate le Cattleya adorano stare all’aperto, purché siano al riparo dalla luce diretta durante le ore centrali della giornata.

Le radici dell’orchidea Cattleya sono molto sensibili al ristagno idrico; se rimane troppo a lungo in un terriccio bagnato la pianta rischia di perdere l’intero apparato radicale in poco tempo. 

Come con la Phalaenopsis, la Cattleya va innaffiata a radici asciutte … nel dubbio sempre meglio aspettare un giorno o due. 

Siccome le radici della Cattleya sono piuttosto sensibili al travaso, spesso queste muoiono prima che riescano ad ambientarsi nel nuovo terriccio, è bene aspettare che la pianta inizi a produrre nuove radici prima di procedere con il rinvaso. 

In questo modo le nuove radici cresceranno direttamente nel nuovo substrato andando a sostituire le radici vecchie (precedentemente rimosse).

2 commenti su “Orchidea Cattleya cure: Come coltivare la regina delle orchidee”

  1. Tutto chiaro,però ho delle phalaenopsis che mi fioriscono tutto l’anno con una durata dei fiori anche di tre mesi,ma la cattleya, purtroppo, non fiorisce .Fa dei pseudobulbi bellissimi ma senza fiore.Attualmente ha cinque foglie e nessuna ha fiorito.
    Grazie

    Rispondi
    • Ciao Alberto,

      Alcune Cattleya botaniche e parte degli ibridi che ne derivano hanno bisogno di giornate corte di buio ininterrotto per iniziare la fioritura. Un po’come si fa con la stella di natale per avere il fogliame rosso.

      Mi pare di capire che la tua orchidea sia in perfette condizioni quindi credo che abbia bisogno di un fotoperiodo corto per fiorire (che simula l’autunno/inverno in natura)

      Spostarla per 13 ore al giorno in una stanza buia così che riceva solo 11 ore di luce. Finché non inizierà a gettare lo stelo floreale, poi potrai riportarla dov’era prima perché l’induzione sarà innescata.

      Ricorda che il periodo buio di 13 ore dev’essere ininterrotto e il più cupo possibile.

      Son qui se hai altri dubbi.

      Gabriele

      Rispondi

Lascia un commento