Come salvare un’orchidea senza radici: In acqua, a sfioro o in sfagno

Nel post di oggi vediamo come salvare un’orchidea senza radici seguendo 3 diverse tecniche:

  • In stagno
  • A sfioro
  • In acqua

I due metodi “fuori acqua” si applicano meglio a chi vuole successivamente coltivare l’orchidea in bark o substrati convenzionali, mentre la radicazione in acqua si adatta a chi vuole coltivarla in acqua o in idrocoltura (dove la radice rimane sempre umida).

Ora andiamo dritti al sodo e vediamo come fare.

come salvare un orchidea senza radici
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Perché le orchidee possono rimanere senza radici?

Un’orchidea può rimanere senza radici per due motivi, il marciume radicale e la carenza prolungata d’acqua. In entrambi i casi le radici muoiono, impedendo alla pianta di assorbire acqua e provocando disidratazione delle foglie e l’appassimento prematuro di fiori e boccioli.

Nel momento in cui ci accorgiamo del problema ed andiamo a metterci mano la pianta rimane del tutto (o quasi) priva di radici. E l’unico modo per salvarla è farla radicare da capo.

Lo scenario più comune è quello in cui diamo troppa acqua, o posizioniamo l’orchidea lontana dalla fonte di luce. Riducendo drasticamente il suo fabbisogno idrico e causando così un ristagno prolungato d’acqua. In questo caso il substrato rimane bagnato troppo a lungo, dei funghi patogeni proliferano al suo interno e si introducono nelle radici facendole marcire.

Se l’infezione non viene presa per tempo si espande rapidamente all’intero apparato radicale, lasciando l’orchidea senza radici in poche settimane. A questo punto non basta far asciugare il substrato per qualche giorno perché ormai i tessuti sono morti e non faranno altro che seccare.

Il caso contrario, quello in cui l’orchidea ha radici secche per la carenza d’acqua, è piuttosto raro perché la Phalaenopsis resiste molto bene alla siccità. Può comunque capitare se:

Dopo aver rinvasato l’orchidea, specialmente se utiliziamo del bark specifico, la pianta rischia di attraversare un periodo di “carenza d’acqua” dovuta alla difficoltà della corteccia di idratarsi. Per questo motivo ti consiglio di innaffiare per immersione nei primi 4-6 mesi dopo il rinvaso, lasciando l’apparato radicale in ammollo finché il substrato non appare bello saturo.

Come salvare un’orchidea senza radici?

Dopo aver rimosso l’orchidea dal vaso e aver tolto tutte le radici marce (secche, o comunque morte) bisogna ripulire bene il colletto e fare asciugare i tagli per un paio di giorni per farli cicatrizzare. Se la pianta ha ancora lo stelo attaccato bisogna tagliarlo, così da forzarla a convogliare le sue energie verso la radicazione anziché la fioritura o la formazione di keiki.

orchidee phalaenopsis senza radici

Prima di lasciar asciugare i tagli mi piace spruzzare del perossido d’idrogeno per uccidere eventuali spore di funghi e batteri senza danneggiare la pianta. Non è obbligatorio, ma sapere che la pianta è sterilizzata mi fa star tranquillo.

Sconsiglio invece di cospargere polvere di cannella sui tagli fatti alle radici. La cannella aiuta a far cicatrizzare rapidamente tagli su foglie e steli, ma in prossimità dei dotti xilematici (presenti nel fusto) rischia di fare più danno che altro.

Una volta che i tagli sono cicatrizzati possiamo procedere con la fase di radicazione. In questo post ti illustrerò le tre tecniche più utilizzate, ma ci sono altre varianti altrettanto efficaci.

Come far radicare l’orchidea senza radici

Affinchè l’orchidea senza radici inizi a radicare devono esserci questi requisiti:

  • Temperatura superiore ai 18-20°C. Possibilmente 24-26°C, così che il metabolismo sia veloce e reagisca rapidamente.
  • Luce indiretta in abbondanza. Sempre per il metabolismo
  • Umidità atmosferica alta. Questo rallenterà la traspirazione fogliare e la disidratazione delle foglie.

Durante il tardo autunno e l’inverno queste circostanze vengono spesso a mancare, e per questo la pianta potrebbe non radicare per diverse settimane.

Durante la radicazione non è fondamentale che il substrato sia umido o bagnato, anzi, in realtà è dimostrato che le radici vanno letteralmente in cerda dell’acqua, crescendo più velocemente quando questa scarseggia. Ciò che importa è che l’umidità ambientale sia alta.

Il punto sta nel trovare un equilibrio che permetta alla pianta di rimanere idratata mentre sviluppa un solido apparato radicale. Proprio per questo bisogna lavorare sull’umidità ambientale e innaffiare se le circostanze veramente lo richiedono.

Nel caso in cui un’orchidea senza radici venga fatta radicare in acqua (come vedremo tra poco), la situazione è leggermente differente, ma comunque si assiste alla formazione di un apparato radicale più ridotto rispetto a quella in bark o sfagno. Semplicemente perché in acqua basteranno meno radici per assorbire la quantità d’acqua necessaria.

1) Radicazione di un’orchidea in sfagno (o bark)

Questa tecnica consiste nel posizionare l’orchidea senza radici direttamente nel vaso in cui si vuole farla radicare, con substrato a base di bark o sfagno. Il colletto deve sfiorare il substrato e non essere immerso al suo interno.

come salvare un orchidea senza radici

A questo punto bisogna bagnare il substrato per renderlo umido, e successivamente coprire la pianta e il vasetto con un sacchetto in plastica trasparente. L’acqua, evaporando dal substrato mantiene alta l’umidità all’interno della busta in plastica, rallentando la disidratazione fogliare. In alternativa si può utilizzare un qualsiasi contenitore trasparente in grado di contenere vaso e pianta, anche una serretta di piccole dimensioni va benissimo.

Ogni 24-48 ore bisogna rimuovere la busta di plastica per 10-15minuti per far cambiare l’aria e ridurre il rischio di proliferazione di muffe e funghi.

Un’alternativa a questa tecnica è la sfagno terapia, che sfrutta bene o male lo stesso principio. Si mette l’orchidea senza radici in un sacchetto in plastica trasparente (questa volta senza vaso) insieme ad una pallina di sfagno umida. A questo punto bisogna gonfiare il sacchetto a fiato e chiuderlo con un nodo stretto. Attenzione, la pianta non deve rimanere a contatto con lo sfagno bagnato altrimenti potrebbe far marcire foglie o fusto.

2) Tecnica dello “sfioro”

La tecnica dello sfioro consiste nel mettere la base del fusto dell’orchidea, quella rimasta senza radici, a pochi millimetri dall’acqua. In questo caso il fusto non deve toccare l’acqua, ma arrivarci molto vicino.

La teoria alla base di questa tecnica è che le radici, stimolate dall’alto livello d’umidità sottostante, crescano rapidamente in cerca di acqua.

Attenzione: a differenza del metodo classico citato prima, nello sfioro non bisogna coprire la pianta con una busta trasparente perché si creerebbe un tasso di umidità eccessivo al suo interno e l’acqua finirebbe per condensare sulle foglie.

Man mano che le radici nascono e si allungano, bisogna alzare la pianta così che non entrino in contatto con l’acqua. Quando avrai 3-4 radici lunghe 3-4cm potrai rinvasare l’orchidea nel vaso definitivo.

Personalmente non sono un grande fun dello sfioro. Ho notate che rispetto alla tecnica dello sfagno c’è maggiore rischio di muffa dovuta all’umidità eccessiva (quasi 100% a filo d’acqua). In assenza di substrato la muffa non rappresenta comunque un problema e può tranquillamente essere tolta e sterilizzata con acqua ossigenata.

Se scegli di salvare la tua orchidea senza radici con la tecnica dello sfioro ti consiglio di munirti di un piccolo ventilatorino che mantenga in movimento l’aria. Non puntarlo direttamente sulla pianta.

3) Radicazione di un’orchidea senza radici in acqua

Un’orchidea senza radici può essere fatta radicare immergendo la base del fusto in acqua ad una profondità di 0,5-1 cm. Per ridurre il rischio di marciume bisogna lasciar asciugare la pianta per 1-2 giorni e sterilizzarla con acqua ossigenata. Inoltre è importante mantenere ben ventilato l’aria intorno alla pianta, motivo per cui non bisogna infussarla eccessivamente nel bicchiere/contenitore e munirsi di un piccolo ventilatore.

Attenzione: solo la base del fusto deve entrare in contatto con l’acqua, mentre le foglie e il resto del fusto devono rimanere sempre asciutte.

Qualora si formasse comunque della muffa, o l’acqua iniziasse ad essere viscosa, bisogna pulire nuovamente la pianta e sostituire l’acqua.

Le radici formatesi in acqua (e quindi adattate all’ambiente umido) si prestano all’idrocoltura o alla coltura in acqua, mentre si disidratatano rapicamente se trasferite in bark. Questa tecnica di radicazione non va utilizzata per velocizzare la formazione di radici in piante successivamente spostate in corteccia, ma per orchidee successivamente coltivate in acqua o in idrocoltura.

Conclusioni

Spero che questo articolo su come salvare un’orchidea senza radici ti sia stato utile.

Come hai visto non c’è un modo univoco per farla radicare. La tecnica dipende dalla preferenze individuali e dal metodo con cui si vuole coltivare la pianta in seguito.

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