Scindapsus Pictus: Cura del Pothos argentato

In questa Guida sullo Scindapsus pictus parliamo della cura del così detto Pothos argentato, una splendida pianta da interno con foglie ramate a forma di cuore.

Le sue esigenze sono molto simili al suo fratellastro, l’Epipremnum aureum, ma per curarlo al meglio vale comunque la pena approfondirle individualmente. All’interno del post troverai diversi link che riportano ad approfondimenti riferiti al Pothos, ma valgono in tutto e per tutto anche per lo Scindapsus.

Ora andiamo dritti al sodo senza perdere altro tempo.

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Chi è lo Scindapsus pictus?

Lo Scindapsus pictus è una pianta tropicale sempreverde appartenente alla famiglia delle Araceae, come l’Epipremnum, l’Anthurium, lo Spathiphyllum, la Monstera deliciosa o quella adansonii. Viene eroneamente chiamato Pothos argento, anche se in realtà appartiene al genere Scindapsus.

Questa pianta in natura ha un portamento rampicante, si ancora ai tronchi degli alberi grazie alle radici aeree che crescono in prossimità dei nodi. In casa siamo abituati a trattarla come pianta pendente, sfruttando i suoi lunghi tralci che possono raggiungere lunghezze notevoli.

Come prendersi cura dello Scindapsus

Lo Scindapsus pictus è una pianta di facile cura, resistente ai parassiti e può crescere discretamente anche in case non molto luminose. Diciamo che ama la luce, ma si comporta bene anche quando non è ideale.

Si adatta egregiamente alla vita in casa, sia dal punto di vista delle temperature che dell’umidità. Durante la primavera e l’estate ama stare all’aperto, magari posizionata all’ombra di un albero o in un altro posto con abbondanza di luce diffusa.

come curare il Pothos argentato

Il tallone d’Achille dello Scindapsus è l’eccesso d’acqua. Le innaffiature devono essere abbondanti ma ben distanziate, così da permettere al terriccio di asciugare completamente. Specialmente in inverno.

Per il resto richiede poche attenzioni, va concimato leggermente durante la bella stagione, rinvasato ogni due anni in un terriccio soffice e potato all’occorrenza. In realtà lo S. pictus non è particolarmente esigente neppure per quanto riguarda il terriccio, ma utilizzarne uno più drenante rispetto a quello universale ne semplifica la cura.

Luce

Per crescere al meglio delle possibilità lo Scindapsus va posizionato in un luogo ben illuminato, con tanta luce diffusa e possibilmente qualche ora di sole diretto nelle prime o ultime ore del giorno. La pianta può crescere discretamente anche in condizioni di luce scarsa, anche se lo sviluppo viene rallentato e si perde parte della variegatura argentea che la contraddistingue.

Scindapsus Pictus macro foglia

Durante l’inverno i raggi del sole sono deboli e le giornate corte, in questo periodo dell’anno si può posizionare lo Scindapsus pictus anche in pieno sole, così da mantenere attivo il suo metabolismo ed avere una crescita continua.

In tarda primavera e in estate invece va riparato dal sole diretto nelle ore a cavallo del mezzogiorno per non rischiare di bruciare le foglie. Specialmente se tenuto all’esterno.

Temperatura e umidità

Lo Scindapsus pictus è una pianta di origine tropicale che ama climi caldi e umidi, la temperatura ideale è di 22-28°C, con minime notturne che possono scendere intorno ai 13-15°C e massime che superano i 30°C. Più ci si avvicina all’intervallo ottimale e meglio è, sia per quanto riguarda la velocità di crescita che per l’insorgenza di problemi.

Quando le temperature sono basse il metabolismo della pianta rallenta e la pianta assorbe meno acqua, aumentando il rischio di ristagno d’acqua del terriccio e marciume radicale. Al contrario, quando sono molto alte (>32°C) bisogna spostare la pianta all’ombra per rallentare la dispersione d’acqua dai pori.

L’umidità ambientale ideale per lo Scindapsus è di 60-80°C con buon ricircolo d’aria, fortunatamente la pianta tollera anche condizioni più asciutte, con livelli intorno al 40-45°C. Quando l’umidità rimane molto bassa per lunghi periodi di tempo (come in inverno quando il riscaldamento è acceso) si può notare che i bordi di alcune figlie diventano marroni e secchi.

Per quanto questo non sia allarmante indica un lieve stato di disidratazione, che può avvenire anche quando non si innaffia da troppo tempo.

Scindapsus foglie macchiate

Se possibile, in primavera conviene spostate il Pothos argentato all’esterno all’ombra di un albero o sotto un portico con numerosi benefici, come vento, luce abbondante e presenza di insetti antagonisti dei parassiti più comuni. Assicurati solo di non posizionarlo sotto al sole diretto, specialmente nelle prime due settimane di transizione o durante le ore più calde. Quando le minime si aggirano intorno ai 15-17°C bisogna riportare la pianta in casa per evitare che subisca danni da freddo.

Annaffiatura

Lo Scindapsus pictus va innaffiato quando il terriccio è asciutto, non solo in superficie ma anche qualche centimetro in profondità. La pianta soffre il ristagno idrico e lo mostra con sintomi come foglie gialle, macchie marroni e perdita di turgore. Tutti questi segnali sono spesso indicatori della presenza di marciume radicale più o meno marcato.

Pothos argento foglie gialle troppa acqua

Troppa acqua non significa che le annaffiature sono eccessivamente abbondanti, ma che sono troppo ravvicinate, non permettendo al substrato di asciugare bene. Un altro caso è quello in cui il terriccio è molto fine ed ha troppa ritenzione idrica, trattenendo acqua molto a lungo.

Per capire se il substrato è asciutto devi infilare un dito o uno stecchino di legno 4-5cm nel terriccio. Estraendolo, noterai che quando è ancora umido rimangono attaccate delle particelle, se invece è asciutto il dito (o stuzzichino) sarà pulito. Oppure puoi semplificarti la vita con un indicatore di umidità per il terriccio come questo.

Puoi bagnare la pianta con acqua del condizionatore, piovana, demineralizzata o del rubinetto. Il Pothos non soffre particolarmente la presenza di calcare dell’acqua, ma se utilizzi acqua di rubinetto ti consiglio di lasciarla almeno riposare per 24 ore per far disperdere il cloro. E se possibile filtrarla con una di queste caraffe casalinghe.

Concimazione

Per garantire una crescita rapida ed avere foglie folte e grandi bisogna concimare il Pothos argento ogni 2 innaffiature con un concime azotato durante tutta la stagione di crescita. Da aprile a settembre. Io consiglio di somministrare metà del dosaggio consigliato sull’etichetta.

Durante l’autunno e l’inverno lo Scindapsus cresce poco e va quindi concimato meno. Questo può significare fertilizzare una volta al mese oppure continuare con la stessa frequenza (ogni 2 innaffiature) ma riducendo ulteriormente la concentrazione di prodotto.

Il concime ideale per il Pothos è un fertilizzante per piante verdi, o in alternativa un concime a lento rilascio come questo, che è completo ed ha un alto tenore di azoto. Il vantaggio del rilascio graduale è che viene applicati una sola volta ogni 6 mesi, e gli elementi nutritivi vengono rilasciati in modo lento ed equilibrato durante tutto questo lasso di tempo.

Qualora coltivassi questa pianta in acqua ti consiglio invece questo concime per idroponica.

Rinvaso e terriccio

Il rinvaso del Pothos argentato va fatto mediamente ogni due anni, quando le radici hanno colonizzato tutto il terriccio e non hanno (quasi) più spazio per crescere. Il periodo ideale inizio primavera, ma può essere fatto anche durante il resto della bella stagione.

Bisogna utilizzare un vaso di una o due misure più grande, non di più. Trasferirlo in un contenitore troppo grande è controproducente perché il substrato in eccesso trattiene più acqua e aumenta il rischio di marciume.

In effetti lo Scindapsus pictus cresce molto bene in un vaso leggermente stretto, che asciuga rapidamente e permette una migliore ossigenazione alle radici.

La pianta non richiede un terriccio particolarmente sofisticato, si possono avere discreti risultati con un buon terriccio universale, a cui consiglio di aggiungere un 20-25% di perlite per aumentare il drenaggio e renderlo più arioso.

Propagazione per talea

Per propagare lo Scindapsus pictus per talea è sufficiente tagliare un tralcio in più sezioni, ciascuna delle quali deve avere almeno un nodo e una foglia. Dal nodo cresceranno sia le radici che il nuovo germoglio, mentre la foglia serve a compiere la fotosintesi necessaria per avviarne lo sviluppo.

scindapsus pictus talea

Il periodo migliore per la propagazione è la stagione vegetativa, solitamente da aprile a settembre, ma puoi capirlo facilmente dalla presenza di nuove foglioline dagli apici dei fusti. Quando la pianta da segni di crescita insomma.

Dopo aver tagliato le talee bisogna farle radicare, per farlo possiamo metterle in acqua o in un substrato a nostra scelta, come sfagno, perlite o semplicemente in terriccio. L’intero procedimento è scritto in questo post sulla propagazione del Pothos, dove spiego anche i vantaggi e gli svantaggi dei due metodi.

Nella maggior parte dei casi si sceglie di fare talee in acqua perché più immediato e ci permette di osservare lo sviluppo radicale. Quando le radici sono sufficientemente cresciute bisogna decidere se continuare a coltivare il Pothos in acqua o se metterlo in vaso.

pothos argentato talea

In quest’ultimo caso bisogna mantenere il terriccio bagnato (non zuppo) per le prime due settimane, così da aiutare le radici ad adattarsi gradualmente al tasso di umidità del nuovo medium. Dopo due settimane si lascia asciugare gradualmente il substrato sempre più, fino a farlo asciugare completamente in circa 30 giorni.

Scindapsus pictus, cure aggiuntive

Per quanto lo Scindapsis sia venduto come pianta cascante, in realtà in natura ha un portamento rampicante. Se li diamo un supporto, come un palo muschiato o una rete, è possibile farlo crescere verso l’alto così da poterlo sfruttare in altri spazi della casa.

Pothos argento su palo di muschio

Il vantaggio del palo muschiato è che (in alcuni casi) trattiene una buona umidità, il che promuove la crescita delle radici via via che la pianta cresce. Le radici anziché rimanere aeree si sviluppano all’interno del supporto e contribuiscono a tutti gli effetti all’assorbimento d’acqua.

La maggior parte di pali muschiati che troviamo in commercio in realtà non è fatta di muschio (o meglio sfagno), ma da un tubo in pvc rivestito da uno strato di fibra di cocco grossolana. Per quanto siano buoni prodotti pronti all’uso non trattengono acqua e non permettono alle radici di crescerci all’interno. La pianta va sempre tenuta ancorata altrimenti cadrebbe su sé stessa.

L’ideale sarebbe fare un palo muschiato in casa, utilizzando del muschio di sfagno come medium e arrotolandolo all’interno di una rete flessibile in plastica. Ovviamente bisognerà mantenerlo umido e bagnarlo regolarmente.

Problemi comuni

Per quanto lo Scindapsus pictus sia una pianta resistente e facile da curare, ci sono delle problematiche che potremmo definire ricorrenti, come:

  • Foglie mosce: Nella maggior parte dei casi questo problema è dovuto alla carenza d’acqua, causata da un ritardo nelle innaffiature. Il caldo eccessivo o l’utilizzo di vasi molto piccoli può velocizzarne il processo. In questo caso è sufficiente bagnare bene il terriccio per far riprendere turgore alle foglie in poche ore. Lo stesso sintomo può essere provocato anche dal problema opposto, troppa acqua, che provoca marciume radicale e di conseguenza impedisce alle radici un corretto assorbimento.
  • Macchie marroni: La presenza di macchie marroni sulle foglie può essere dovuta a tanti motivi, come carenza di luce, freddo, troppa acqua, poca acqua, umidità carente e problemi fungini. In linea generale la mancanza d’acqua e di umidità provocano punte e bordi delle foglie secche, mentre freddo, eccesso d’acqua e malattie causano macchie necrotiche più scure ed estese. Nello specifico, le macchie dovute a malattie hanno spesso un alone giallo.
  • Non cresce: Il motivo principale per cui il Pothos argento non cresce è perché riceve poca luce. Per quanto possa adattarsi anche a condizioni di luminosità scarsa, quando l’intensità è molto bassa lo sviluppo rallenta drasticamente o si ferma del tutto. Altri motivi per cui la pianta non cresce sono la “quasi totale” carenza di concime all’interno del terriccio o l’utilizzo di un vaso troppo piccolo.
  • Foglie gialle: Nella maggior parte dei casi l’ingiallimento fogliare è causato da troppa acqua e conseguente asfissia radicale o marciume. Il terriccio dello Scindapsus deve asciugare completamente tra un’innaffiatura e l’altra. Oltre a questo le foglie gialle possono essere causate anche da carenza di luce, calo delle temperature, problemi fungini, parassiti o mancanza di alcuni elementi nutritivi come azoto, zolfo o ferro.

Conclusioni

Spero che questa guida sulla cura dello Scindapsus pictus ti sia stata utile. Come detto più volte nel testo si tratta di una pianta relativamente facile, che ci perdona molti errori.

Il mio consiglio per averla rigogliosa è quello di non trattarla come pianta da ombra, ma di posizionarla in un luogo ben illuminato e arieggiato. Vedrai che non solo crescerà di più, ma sarà anche notevolmente più facile tenerla in salute e priva di macchie e imperfezioni.

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