Orchidea Potatura: Come potare le Phalaenopsis dopo la fioritura

Oggi andiamo a vedere come potare le orchidee Phalaenopsis dopo la fioritura, o per meglio dire come potare lo stelo sfiorito.

Prima di iniziare dobbiamo fare una distinzione tra la Phalaenopsis e le altre orchidee, come la Vanda e tutte le orchidee simpodiali.

La potatura dell’orchidee Phalaenopsis può essere fatta in diversi modi, a seconda del risultato che si vuole ottenere, mentre nella maggior parte degli altri generi l’unica opzione è quella di recidere lo stelo alla base.

Perché?

Perché a differenza delle altre orchidee la Phalaenopsis è in grado di rifiorire dallo stelo vecchio e questo ci permette di scegliere se e come potarla.

come potare l'orchidea phalaenopsis

Cosa serve

Prima di iniziare a vedere quando e come potare le orchidee, pensiamo un attimo a cosa ci serve: 

Molto probabilmente tutte cose che abbiamo già in casa.

Quando si potano le orchidee è molto importante utilizzare forbici sterilizzate, immergendole in candeggina, alcool o scottandole con una fiamma per alcuni secondi.

Dopo la potatura si applica la cannella sul taglio per asciugarlo e farlo cicatrizzare prima.

Ora che sappiamo cosa ci serve possiamo iniziare.

quando bisogna potare l'orchidea

Quando potare l’orchidea Phalaenopsis

Iniziamo subito col dire che le orchidee non hanno bisogno di essere potate.

Pur lasciando gli steli intatti la pianta può ramificare da un suo nodo o rifiorire dalla punta.

Molto probabilmente una porzione di stelo seccherà, ma in alcuni casi l’apice rimane vivo e riprende a fiorire (quando le condizioni glie lo permettono).

Il motivo per cui si preferisce potare l’orchidea è per una questione estetica e per avere una fioritura più ricca.

Si può attendere che lo stelo secchi prima di potarlo, per vedere se una parte rimane viva e può essere rifiorita, ma solitamente si preferisce farlo non appena l’orchidea perde gli ultimi fiori.

Phalaenopsis rifiorisce vecchi steli

Come potare le orchidee Phalaenopsis dopo la fioritura

Lo stelo dell’orchidea Phalaenopsis può essere potato in diversi modi a seconda che si voglia permettere alla pianta di continuare la fioritura oppure forzarla a produrre un nuovo stelo forte e vigoroso. Nel primo caso il taglio viene fatto sotto al primo nodo vuoto (dove è cresciuto il primo fiore), nella seconda ipotesi sopra al primo nodo situato vicino alla base della pianta.

Entrambe le opzioni sono valide, e se l’orchidea è sana la scelta è basata dal gusto personale.

Se vuoi tentare di far rifiorire la pianta rapidamente la potatura “parziale” sopra al primo nodo vuoto lascia allo stelo della pianta la possibilità di ramificare e riprendere a crescere, dando vita ad una ripartenza a cui segue una fioritura precoce. In questo modo si risparmia tempo perché l’orchidea non deve creare uno stelo da capo.

Purtroppo non funziona sempre, nel 50% dei casi (più o meno) lo stelo secca e non ci resta che reciderlo alla base.

Se al termine della fioritura, l’orchidea è un po’ fuori forma, potrebbe non riuscire a completare una nuova fioritura. 

In questo caso è meglio potare l’orchidea Phalaenopsis alla base (se si riesce) o eventualmente sopra al primo nodo (quello più basso).

Potare orchidee - come fare

Una potatura profonda ha il vantaggio di indurre la pianta a rivegetare, producendo nuove foglie e radici che l’aiuteranno a recuperare vigore.

Dovendo produrre nuovi steli impiegherà più tempo a rifiorire, ma questi saranno più robusti e vigorosi. Trasporteranno più linfa e così anche la fioritura sarà più ricca. A questo si aggiunge una forma più regolare e armonica.

Qualunque sia il tipo di potatura che sceglierai di fare, è importante usare sempre forbici sterilizzate, con candeggina, alcool o con la fiamma di un’accendino. Questo eviterà di trasmettere malattie fungine da una pianta all’altra.

Vediamo nel dettaglio 4 tecniche per potare le orchidee Phalaenopsis.

1) Non potare l’orchidea

Non potare l’orchidea è senz’altro un’opzione che possiamo tenere in considerazione, per due motivi:

  • Lo stelo può seccare parzialmente (dal apice fino al primo internodo vivo solitamente) e questo consente alla pianta di ramificare e rifiorire dallo stelo vecchio. Una volta che lo stelo ha prodotto una ramificazione puoi potare la parte secca.
  • L’apice dello stelo può rimanere vivo e continuare a crescere. In questo caso si può rifiorire l’orchidea rapidamente, anche se la forma della pianta non sarà delle migliori.

Purtroppo nell’50% dei casi l’intero stelo secca, in questo caso non ci resta che potarlo alla base.

2) Potare l’orchidea sotto al primo nodo vuoto

La Phalaenopsis è un’orchidea rifiorente, questo significa che è in grado di rifiorire dagli steli vecchi.

Potando lo stelo sotto al primo nodo vuoto, puoi indure l’orchidea a ramificare e rifiorire in poche settimane.

Il nodo vuoto è quello dove è cresciuto il primo fiore e non è più in grado di fiorire o ramificare.

I due o tre nodi sottostanti contengono una gemma dormiente che può dar vita ad una ramificazione (o un keiki di tanto in tanto) la quale inizierà a fiorire in 3-4 settimane.

Se il nostro obiettivo è avere una fioritura precoce dobbiamo potare le orchidee 1-2 cm sopra all’ultimo internodo vivo, per stimolare la gemma dormiente a ramificare.

Utilizza sempre forbici sterilizzate per evitare di trasmettere patogeni alla pianta.

Una volta effettuato il taglio, cospargi sopra un pochino di cannella in polvere per farlo cicatrizzare prima.

Tieni presente che il risultato di questa tecnica di potatura non è garantito, nel 50% dei casi lo stelo secca, non lasciandoci altre possibilità se non potarlo alla base.

potare orchidee nuova ramificazione

3) Potare le orchidee sopra al primo nodo

Tagliando lo stelo dell’orchidea sopra al primo nodo (quello più vicino al colletto), si stimola la pianta a produrre nuove radici e a crescere in volume. 

Una volta individuato il primo nodo, procedi a potare l’orchidea Phalaenopsis 1-2 cm sopra di esso.

Anche se il nodo funge da barriera per funghi e batteri, bisogna comunque utilizzare forbici sterilizzate per portare a zero il rischio di infezione.

Dopo aver effettuato il taglio, cospargi un pochino di cannella in polvere sulla ferita per aiutarla a cicatrizzare rapidamente.

Rispetto alla potatura parziale citata sopra, l’orchidea impiegherà più tempo prima di rifiorire, per il semplice fatto che dovrà produrre un nuovo stelo da zero.

Potare le orchidee in questo modo ha il vantaggio di lasciare alla pianta il tempo di riprendere vigore, di crescere e di conseguenza potrà avere una fioritura più copiosa, sia per quanto riguarda il numero di fiori che per la loro grandezza.

Anche la forma degli steli sarà più armonica e regolare.

potare con forbici sterilizzate

4) Potare l’orchidea Phalaenopsis alla base

Questo tipo di potatura consiste nel tagliare lo stelo dell’orchidea al colletto, quanto più vicino possibile alla pianta.

Non differisce molto dalla tecnica sopracitata (potare sopra al primo nodo), se non che si azzera la possibilità che l’orchidea possa ramificare dall’ultimo nodo rimasto (cosa comunque rara).

Tecniche di potatura dell’orchidea: Pro e Contro

Osservando la tabella qui sotto, puoi farti un’idea di come potare le orchidee influisca sulla loro fioritura e sulla loro ripresa vegetativa.

I voti sono indicativi, servono semplicemente per dare un’idea di come ciascuna tecnica influisca su un particolare tratto di crescita della Phalaenopsis.

tabella pro e contro potatura orchidee

Come potare le orchidee simpodiali

A differenza della Phalaenopsis, esiste solo un modo per potare le orchidee a sviluppo simpodiale, come il Cymbidium, il Paphiopedilum, la Cattleya o l’Oncidium

Questo tipo di orchidee, una volta sfiorite non son più in grado di rifiorire dallo stelo vecchio.

Lo stelo di alcune specie simpodiali cresce dall’apice dello pseudobulbo, in altre specie dall’ascella fogliare. Questo non fa alcuna differenza, pota lo stelo sfiorito il più vicino possibile allo pseudobulbo, utilizzando come sempre forbici sterilizzate.

Nel caso del Paphiopedilum, che è un’orchidea simpodiale priva di pseudobulbo, il taglio va effettuato poco sopra all’apice del getto.

cambria potatura stelo come fare

Il D. Nobile fiorisce in maniera molto diversa dalle altre orchidee simpodiali, ha numerosi steli lunghi pochi centimetri, che crescono lungo l’intero pseudobulbo.

Seppur diversi nella forma, anche questi steli possono essere potati a fine fioritura, tagliandoli all’attaccatura con la canna.

Conclusioni

Ed eccoci giunti alla fine di questo post su come potare l’orchidea Phalaenopsis dopo la fioritura.

Come hai visto non esiste un solo modo per farlo e questo può creare un po’ di confusione all’inizio. 

Vediamo rapidamente i fattori da tenere in considerazione quando andiamo a potare le orchidee Phalaenopsis:

  • Quanta esperienza hai?Se sei alle primissime esperienze, può essere istruttivo lasciare lo stelo intatto, per vedere se si secca o no. Ricorda che lo stelo potrebbe riprendere a crescere e fiorire o seccare solo parzialmente. Se i primi 2 o 3 nodi rimangono vivi possono ramificare. In questo caso possiamo tagliare tranquillamente la porzione secca del ramo.E se l’intero stelo dovesse seccare?Pazienza, non hai perso nulla, la pianta ha semplicemente deciso così. Consolati col fatto che hai visto e imparato come si comporta naturalmente l’orchidea.
  • L’orchidea è sana? Se la pianta non è in buone condizioni non riuscirà a rifiorire rapidamente. In questo caso è sempre meglio effettuare una potatura profonda (alla base o sopra il primo nodo) per stimolare la produzione di nuove radici e dar tempo all’orchidea di riprendersi.
  • Hai fretta di veder rifiorire l’orchidea?Se proprio non riesci a resistere al desiderio di veder rifiorire “subito” la pianta, allora dovresti provare a potare l’orchidea Phalaenopsis tra l’ultimo nodo vivo (che non ha prodotto fiori o ramificazioni) e il primo nodo vuoto (quello su cui è cresciuto il primo fiore o ramo).Questa tecnica ha il vantaggio di stimolare le gemme dormienti (contenute nei nodi vivi) a ramificare e fiorire.Il tasso di successo è del 50% circa, meno se l’orchidea non è sana, ma può portare ad una nuova fioritura in poche settimane.
  • Quanta importanza dai alla forma?Tecniche di potatura parziali, o non potare affatto, rovinano inevitabilmente l’armonia della pianta, portando i rami a prendere forme irregolari e sgangherate alle volte.Se sei disposto a sacrificare un po’ di tempo a vantaggio di una pianta più omogenea ed elegante, il miglior modo per potare le orchidee è tagliando lo stelo alla base, o sopra al primo nodo.La pianta dovrà creare nuovi steli da capo, impiegherà più tempo ma darà vita a rami più forti, lunghi e dritti.

Se tieni in considerazione questi fattori ti sarà più semplice capire come potare le orchidee nella tua circostanza. 

In fin dei conti, a meno che la pianta non stia soffrendo, non esiste un modo giusto o sbagliato per potare, tutto si riduce ad una questione estetica o di pazienza.

3 commenti su “Orchidea Potatura: Come potare le Phalaenopsis dopo la fioritura”

  1. finalmente delucidazioni migliori sulla potatura e faccio i miei complimenti anche per tutte le info del sito. Domanda:
    ho un orchidea ricevuta nel autunno 2019 che sembra la falena. Dopo la caduta dei fiori dei 3 steli, e il relativo seccamento delle parti, ho reciso però appena dopo il 4o nodo dalla base.
    Da quei 3 steli non ho avuto più fioritura nè accrescimento. Ma ha gettato un nuovo stelo con ben 13 fiori, che poi si è seccato naturalmente fino alla base ed ho reciso.
    i 3 steli però sono sempre verdi ma non succede nulla dalla primavera 2020, e la mia domanda è se è meglio reciderli totalmente alla base, dato che ormai sono trascorsi 2 anni.

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    • Ciao Manuela perdonami se rispondo un po’ in ritardo,

      Beh non c’è una risposta sola. Sicuramente puoi potarli sopra al primo nodo così che la pianta sia forzata a farne di nuovi (come farei io) ma nulla esclude che gli steli ancora verdi possano rifiorire. Dipende da te e dalla tua pazienza, puoi tenerli nell’attesa e speranza che ripartano o tagliarli per avere nuovi steli il prossimo autunno.

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      • grazie Gabriele per la gentile risposta e credo proprio che seguirò “come faresti tu”.
        Anzi, forse visto che sono ben 3 gli steli, opterò di tagliarne subito 2, e all’altro gli darò ancora tempo. Così vedo come reagisce tutta la pianta. Saluti

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