Come curare un bonsai di Ficus ginseng: Cura dalla A alla Z

Ti stai domandando come curare il bonsai di Ficus ginseng? In questa guida parleremo della sua cura sotto ogni aspetto, partendo da quella ordinaria (come innaffiatura e concimazione) e arrivando a quella straordinaria (rinvaso e potatura).

A questo si aggiungono altri due paragrafi. Uno sui problemi comuni, parassiti e le malattie, e un altro su come adattare le cure a due climi totalmente opposti, l’estate e l’inverno.

Iniziamo subito senza perdere altro tempo.

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Descrizione Ficus microcarpa (detto ginseng)

Il Ficus microcarpa è un albero molto diffuso nelle aree tra l’India e la Cina, arrivando anche in Taiwan e nelle Filippine. É possibile trovarlo anche nel Nord dell’Australia. In natura questa pianta può raggiungere i 20-25 metri di altezza, con lunghi rami dotati di radici aeree che crescono fino al suolo e spesso si fondono col fusto.

In casa la pianta rimane molto più piccola e compatta, specialmente perché coltivata come un bonsai, in un vaso piccolo e potata regolarmente. I Ficus bonsai che troviamo in commercio provengono soprattutto dalla Cina e dall’Olanda, dove radici e talee nude (prive di foglie) vengono importate e successivamente ricoltivate e fatte vegetare.

Questo è possibile grazie all’incredibile capacità del Ficus di trattenere vitalità all’interno del legno e di radicare e vegetare rapidamente una volta piantato. Le radici inoltre sono grosse e gonfie, conferendo un immediato effetto bonsai non appena il fogliame inizia a svilupparsi.

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Bonsai Ficus ginseng: come curarlo in sintesi

Il Ficus ginseng è una pianta di facile cura, purché venga posizionato in un ambiente caldo e luminoso al riparo da sbalzi termici e correnti d’aria fredda. Le innaffiature vanno fatte quando il terriccio è asciutto per evitare che le radici marciscano. Non possono essere calendarizzate (es ogni 7 giorni) perché il consumo d’acqua cambia molto di mese in mese o da una casa all’altra.

Questo Ficus va concimato regolarmente durante tutta la stagione di crescita, cioè da aprile a settembre/ottobre, con un fertilizzante completo per piante verdi. Nel resto dell’anno le concimazioni vanno diradate di pari passo con le annaffiature, riducendo anche il dosaggio di fertilizzante a metà.

Il rinvaso del bonsai di Ficus ginseng va fatto in primavera, ogni 2-3 anni per dar più spazio alle radici di crescere e sostituire il terriccio con uno nuovo, arioso e drenante. Se intendi riutilizzare lo stesso vaso dovrai potare circa 1/4 del panetto radicale senza disturbare le radici primarie situate al centro.

La potatura può essere fatta durante tutto l’anno nell’intento di mantenere una chioma compatta e folta. Stabilisci in anticipo la forma che intendi darle, così da aver chiaro quali rami tenere e quali no. Ti consiglio di lasciar crescere il Ficus bonsai per 6-12 mesi dopo l’acquisto, così da avere più rami tra cui scegliere.

Bonsai Ficus ginseng cura ordinaria

Luce ed esposizione

Il Ficus ginseng va posizionato vicino ad una finestra molto luminosa, possibilmente esposta a sud, sud-est o sud-ovest, così che riceva anche qualche ora di luce diretta al giorno. Quando le temperature sono stabili sopra ai 15-17°C possiamo spostarlo all’esterno così che benefici di ancor più luce e del vento.

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Quando trasferisci la pianta all’esterno (solitamente verso aprile-maggio) assicurati di non metterla direttamente in pieno sole. Inizialmente posizionala all’ombra di un albero o sotto ad un portico così che possa adattarsi gradualmente alla maggiore intensità dei raggi. L’obiettivo è quello di creare una transizione graduale da ombra a pieno sole in 10-14 giorni.

Posizionare il bonsai di Ficus ginseng nel posto giusto rende la sua cura molto più facile perché ci permette di avere tutti i presupposti per mantenere attivo il metabolismo della pianta ed evitare innumerevoli problemi di cui ti parlerò tra poco.

Temperatura e umidità

Il Ficus microcarpa è una pianta di origine tropicale ed ama gli ambienti caldi e umidi. La temperatura ideale è di 22-28°C con livelli di umidità del 60-85%. Trattandosi di una pianta resistente è in grado di tollerare temperature inferiori, le minime sono di 13-15°C ma io consiglio di rimanere stabili sopra ai 17°C per evitare che la pianta vada in “stasi”.

É tollerante anche sotto il punto di vista dell’umidità, adattandosi egregiamente a tassi del 35-40%. Purché questo non coincida con temperature molto alte (>30°C), sole diretto e venti caldi. Queste quattro cose insieme rischiano di alzare troppo la temperatura fogliare e la traspirazione, con conseguente comparsa di macchie marroni, foglie secche o perdita del fogliame. In questo caso sposta il Ficus all’ombra o cerca di aumentare l’umidità ambientale con un buon umidificatore per piante.

Come detto prima, quando le minime notturne rimangono sopra ai 15-17°C conviene spostare il bonsai di Ficus ginseng all’esterno, dove l’intensità luminosa è maggiore e il vento irrobustisce la chioma e agevola la traspirazione. Noterai che all’aperto la domanda d’acqua della pianta sarà maggiore e il terriccio asciugherà più velocemente. Questa è una buona cosa perché permette una rapida alternanza tra aria ed acqua a livello radicale.

Acqua e Annaffiatura

Innaffiare il bonsai di Ficus ginseng è la prima cura “attiva” che dobbiamo dare. Questa pianta va bagnata quando il terriccio è completamente asciutto per permettere all’aria di circolare meglio tra le radici ed evitare asfissia radicale e marciume. Si può innaffiare sia dall’alto che per subirrigazione, l’importante è bagnare bene l’intero panetto di terra. Anche l’immersione è una tecnica molto efficace e comoda per piccoli esemplari.

É sbagliato bagnare frequentemente e con poca acqua, perché questo spesso porta il terriccio a rimanere costantemente umido ed impedisce un sano sviluppo dell’apparato radicale. Quando si bagna bisogna farlo bene, e poi si aspetta che il substrato sia bello asciutto.

Per capire se il substrato è asciutto puoi infilare un bastoncino di legno (tipo quelli degli spiedini) a 5-6cm di profondità. Se quando lo estrai è pulito significa che il terriccio è asciutto, mentre se rimangono attaccate delle particelle è ancora umido. In alternativa puoi utilizzare il dito, anche se spesso le radici sono così strette da non permetterci di penetrare nel suolo.

L’unico periodo in cui si possono anticipare le annaffiature è in piena estate, specialmente se il Ficus ginseng sta all’esterno. In questo caso si può bagnare quando il terriccio è leggermente umido per evitare che la pianta rimanga senza acqua vista l’elevata traspirazione ed evaporazione direttamente dal substrato.

Riguardo la qualità dell’acqua, possiamo utilizzare acqua di rubinetto lasciata riposare per 24 ore, così che disperda buona parte del cloro al suo interno. É comunque preferibile innaffiare con acqua priva di calcare, come quella piovana o demineralizzata (Per esempio quella del condizionatore).

Concimazione

La concimazione del Ficus ginseng è un tassello fondamentale nella sua cura. Se fatta nel modo giusto stimola una crescita rapida e vigorosa della pianta, specialmente in primavera ed estate, e questo ci da la possibilità di avere più rami tra cui scegliere in fase di potatura.

Il Ficus bonsai va concimato ogni due innaffiature durante tutta la stagione di crescita, che va da aprile a settembre, con un fertilizzante completo ad alto tenore di azoto. Possiamo utilizzare un concime per piante verdi (liquido o solubile) oppure semplificarci la vita con un fertilizzante a rilascio graduale.

Io preferisco quest’ultima opzione perché ha una cessione stabile ed equilibrata nel tempo e mi evita di dover preparare diverse soluzioni, quando si hanno tante piante diverse è un grosso vantaggio.

Durante l’autunno e l’inverno le concimazioni vanno diradate di pari passo alle annaffiature, il Ficus cresce meno e necessita di meno acqua ed elementi nutritivi. Consiglio anche di ridurre il dosaggio di concime a metà di quello indicato in etichetta, o di somministrarlo a pieno dosaggio ogni quattro bagnature.

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Rinvaso e terriccio

Il Ficus ginseng va rinvasato in primavera ogni 2-3 anni, in un vaso di una misura più grande così che le radici abbiano più spazio in cui crescere e un nuovo substrato soffice e drenante. Nella maggior parte dei casi non serve rinvasare le piante nel primo anno dopo l’acquisto perché il vaso è abbastanza capiente per poterle alloggiare e permetterli di crescere.

Nel mese seguente il rinvaso ti consiglio di aggiungere all’acqua uno stimolatore di radici per promuovere la produzione di un’apparato radicale forte e rinvigorire la pianta.

Se intendi coltivare la pianta come un vero e proprio bonsai devi evitare l’utilizzo di vasi troppo capienti. Al primo rinvaso puoi riutilizzare lo stesso contenitore dopo aver potato parte delle radici. Per farlo devi prima liberare l’apparato radicale dal vecchio terriccio, una volta districate le radici si potano quelle più lunghe o danneggiate riducendo il volume complessivo di circa 1/4.

Anche la scelta del terriccio differisce un po’ a seconda che si voglia coltivare il Ficus ginseng come una pianta tradizionale o un bonsai. Nel primo caso consiglio di utilizzare un semplice mix di terriccio universale e perlite in rapporto 2:1 o 3:1. La perlite migliora notevolmente l’aerazione e il drenaggio del substrato, che è ideale per il Ficus, ma metterne troppa conduce ad innaffiature molto più frequenti.

Nel secondo caso, quello in cui si coltiva il Ficus come un vero bonsai, bisogna utilizzare un substrato comporto prevalentemente da inerti. Per esempio 40% torba, 30% akadama e 30% pomice, oppure puoi acquistarne uno già pronto.

Potatura e formazione

La potatura del Ficus ginseng viene fatta per limitare la crescita della chioma e stimolare la produzione di rami primari e secondari più vigorosi. Può essere fatta durante tutto l’arco dell’anno, indistintamente dalla stagione in cui ci si trova. A seconda della grandezza della pianta si può intervenire con potature di formazione (solitamente una tantum o a distanza di anni) e a cimature per accorciare la lunghezza dei rami e forzarli a ricacciare dal basso.

come curare il Ficus ginseng

Prima di intervenire consiglio di lasciar crescere liberamente la pianta per la prima stagione vegetativa, così da avere più rami tra cui scegliere quando la si andrà ad impostare. Successivamente si scelgono i tre o quattro rametti più vigorosi e posizionati meglio da tenere come ramificazione primaria. Tutti gli altri rami che crescono direttamente dal fusto vanno tagliati alla base.

I rami principali del Ficus bonsai vanno cimati (potatura di ritorno) sopra la terza o quarta gemma, così da ridurli in lunghezza e stimolare la lignificazione. Questo stimola anche la pianta a ricacciare dalle gemme sottostanti, così da creare dei piccoli palchi e sviluppare la chioma in larghezza.

Una volta impostata, si lascia che la pianta vegeti e crei nuovi rami, si rimuovono quelli che crescono dal fusto e si cimano quelli che spuntano dalla ramificazione primaria. Occasionalmente si vanno a diradare i rametti secondari per evitare che soffochino la chioma o semplicemente per migliorare l’aspetto estetico del bonsai.

Ficus bonsai: Problemi comuni

Malattie

Il Ficus ginseng è piuttosto resistente alle malattie, in molti casi questi colpiscono solo alcune foglie, senza estendersi al resto della pianta. Con un po’ di defoliazione è possibile circoscrivere il problema o sconfiggerlo completamente.

La malattie fungine e batteriche si diffondono solitamente in ambienti umidi, quando la ventilazione è scarsa o quando foglie e terriccio rimangono bagnate a lungo. Questi patogeni spesso si introducono all’internodell’organismo dagli stomi, o come nel caso del marciume radicale, dalle radici.

I sintomi tipici delle malattie fungine sono puntini o macchie gialle sulle foglie, che col passare del tempo diventano marroni in prossimità dei tessuti morti. Il fungo più diffuso a livello fogliare è l’antracnosi, caratterizzato da grosse macchie marroni concentriche circondate da un alone giallo.

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Anche le infezioni batteriche causano macchie gialle, ma queste spesso hanno un aspetto acquoso, sono bagnate al tatto e maleodoranti. Il batterio più ricorrente è lo Xanthomonas che inizialmente colpisce la pagina inferiore delle foglie, ma col passare del tempo va ad espandersi alla lamina superiore e fa cadere le foglie.

Che si tratti di infezioni fungine o batteriche l’approccio iniziale non cambia, bisogna isolare la pianta dalle altre e posizionarla in un ambiente temperato, asciutto e ventilato. Bisogna evitare di bagnare il fogliame e cercare di innaffiare solo quando la pianta inizia a soffrire la carenza d’acqua.

Rimuovi tutte le foglie malate e osservale scrupolosamente per capire se si tratta di un problema fungino o batterico. Nel caso in cui il problema si ripresentasse, bisogna trattare con un fungicida sistemico (nel caso di malattia da funghi) o con un antibiotico specifico qualora fosse causata da un batterio.

Parassiti

Il bonsai di Ficus ginseng può essere colpito da diversi parassiti fitofagi (che si nutrono di linfa) comuni a molte piante da interno. Tra questi troviamo la cocciniglia, gli afici, il ragnetto rosso (o acaro) i tripidi e i moscerini dei funghi. I due parassiti più ricorrenti sono:

  • Cocciniglia: ne esistono diversi tipi, ma quelle più comuni in casa sono la cocciniglia cotonosa e la cocciniglia a scudetto. Gli esemplari adulti misurano 3-4mm e sono visibili ad occhio nudo, spesso li si trova sulla lamina inferiore della foglia, all’attaccatura del picciolo o alla base della foglia. La cocciniglia cotonosa è distinguibile dal colore bianco, mentre quella a scudetto ha un aspetto rotondo, marrone e lucido.

    Entrambe le specie possono essere combattute con due applicazioni di olio minerale bianco distanziate di 10 giorni l’una dall’altra. Un’alternativa naturale è l’olio di neem, particolarmente efficace se combinato a sapone molle di potassio, entrambi usati in agricoltura biologica.

    Se il problema persiste si può ripetere l’operazione o tagliare la testa al toro utilizzando un insetticida sistemico pronto all’uso.
  • Acari: Il ragnetto rosso è un parassita invisibile ad occhio nudo, che prolifera in ambienti caldi e asciutti e spesso colpisce il Ficus quando è in stress idrico. Un infestazione in stadio iniziale è difficile da riconoscere vista la grandezza dell’ospite, tant’è che spesso ci si accorge del problema solamente alla comparsa dei sintomi.

    Gli acari causano piccole macchie gialle diffuse lungo la foglia, la crescita è drasticamente rallentata e spesso i bordi delle foglie si arricciano verso il basso. In controluce è possibile intravedere delle piccole ragnatele.

    Per combattere il ragnetto rosso nel Ficus ginseng bisogna nebulizzare una miscela di olio bianco e acqua sulle foglie e ripetere l’operazione dopo 7 giorni. Se il problema si ripresenta possiamo utilizzare acaricidi specifici.

Problemi comuni

Tra i problemi più ricorrenti nel Ficus bonsai troviamo:

Queste problematiche possono avere diversi significati e spesso sono riconducibili alla combinazione di più cause. La più comune è troppa o troppo poca acqua, seguita da carenza di luce, freddo. Se vuoi approfondire uno di questi argomenti clicca sul rispettivo link qui sopra.

Come curare un bonsai di Ficus in inverno

Durante l’inverno è importante posizionare il Ficus ginseng all’interno in un ambiente molto luminoso, possibilmente vicino ad una finestra esposta a sud dove riceva anche luce diretta. Le temperature minime devono rimanere stabili sopra ai 15-17°C, più sono alte e meglio è, mentre è fondamentale riparare la pianta da correnti d’aria fredda e spifferi.

Oltre al posizionamento il Ficus bonsai richiede poche cure in inverno, le annaffiature vanno diradate perché la richiesta d’acqua è bassa. Quando il terriccio è asciutto aspetta ancora 1-2 giorni prima di bagnare, specialmente nei mesi freddi è meglio poca acqua che troppa.

Continua a concimare una volta ogni due bagnature ma utilizzando solamente metà del dosaggio consigliato sull’etichetta di fertilizzante. Se utilizzi concime a lento rilascio spargine metà dose sul terriccio ad ottobre, questo basterà a coprire il fabbisogno della pianta fino ad aprile.

I rinvasi da ottobre a febbraio vanno rimandati alla primavera successiva quando il Ficus riprenderà a crescere. Travasare nel periodo invernale ha poco senso perché il metabolismo rallentato della pianta non le permette di reagire al cambio di vaso ed iniziare la radicazione. Si rischia solamente di avere del terriccio inutilizzato in più, che aumenta la quantità d’acqua trattenuta e quindi il rischio di ristagno.

Bonsai ficus ginseng cura in estate

Durante l’estate il bonsai di Ficus ginseng cresce molto rapidamente e richiede quindi una cura più attiva, sia dal punto di vista delle innaffiature che delle concimazioni e delle potature. Come detto prima nei mesi caldi la pianta andrebbe spostata all’esterno e fatta adattare gradualmente al pieno sole (se possibile).

Le temperature alte aumentano la traspirazione fogliare e l’evaporazione d’acqua direttamente dal terriccio. Sommati alla luce questi due fattori spingono il metabolismo della pianta al massimo, facendola crescere veloce e forte. Chiaramente bisogna regolare il regime d’irrigazione di conseguenza, innaffiando e concimando più spesso.

Da luglio fino a metà agosto non conviene rinvasare il Ficus bonsai perché si rischia che lo stress all’apparato radicale rallenti l’assorbimento d’acqua proprio quando la pianta ne ha più bisogno. Se necessario il rinvaso può essere rimandato a settembre o (meglio ancora) alla primavera successiva.

Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quando le minime si avvicinano ai 15-17°C, bisogna riportare il Ficus ginseng all’interno e posizionarlo in un luogo il più luminoso possibile. In questa fase è piuttosto comune che il bonsai perda alcune foglie a causa della luce sempre più carente e delle temperature più basse. Nulla di cui preoccuparsi.

Conclusioni

Spero che questa guida su come curare il bonsai ficus ginseng ti sia stata utile.

Per qualsiasi perplessità o domanda lasciata irrisolta scrivi qui sotto nei commenti. Ti risponderò con piacere.

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