Spatifillo coltivazione in acqua: Come trasferirlo e mantenerlo in idrocoltura

Oggi parliamo di come coltivare lo Spatifillo in acqua, dal rinvaso al mantenimento negli anni a venire.

La coltura idroponica, oltre ad essere esteticamente molto bella e appariscente, permette di avere ottimi risultati e ci libera da tutti i grattacapi che hanno a che fare con le annaffiature.

Per farlo però, bisogna conoscere alcuni concetti importanti, e sapere dove focalizzare la nostra attenzione per evitare di trasformare un successo in un disastro.

In questo post troverai tutto ciò che c’è da sapere sull’argomento.

Coltivare Spatifillo in acqua

Al termine della lettura saprai muoverti con sicurezza durante il rinvaso e il periodo d’adattamento all’acqua, oltre che avere le conoscenze per risolvere (o meglio ancora prevenire) i problemi più comuni.

Dai iniziamo…

Cos’è l’idrocultura o idroponica?

L’idrocoltura è un termine utilizzato per raggruppare diversi tipi di coltivazione fuori suolo, in cui l’apparato radicale delle piante non cresce in terra ma all’interno di un substrato inerte o semplicemente nell’acqua.

Nella coltivazione tradizionale, oltre a fungere da ancoraggio per le radici, il terriccio serve anche ad intrappolare e rilasciare sostanze nutritive per la pianta. Spesso, i microorganismi al suo interno degradano la materia organica rendendola utilizzabile dalla pianta in forma minerale (processo di mineralizzazione).

Facendola breve, lo Spatifillo assorbono acqua e sostanze nutritive dall’acqua, che a sua volta le assorbe dal terriccio circostante.

Nella idrocoltura (o idroponica) il terriccio è assente e per questo le sostanze nutritive vanno disciolte direttamente in acqua. Lo stesso vale in tecniche colturali che sfruttano argilla espansa o altri inerti per l’ancoraggio delle radici, perché questi substrati essendo inerti non vanno incontro a decomposizione e non rilasciano sali nel tempo (salvo quelli intrappolati all’interno).

L’idroponica può essere applicata in diversi modi, a seconda delle piante che si coltivano, della praticità e del risultato che si vuole ottenere.

Possiamo dividerli in 3 gruppi principali:

  • Idrocoltura su substrati inerti (es. argilla espansa, perlite, pomice o lapillo vulcanico)
  • Sistemi idroponici (Sistemi a goccia, flusso deflusso, NFT, aeroponica, etc.)
  • Coltura in acqua

Poiché nel caso dello Spathiphyllum domestico si intende quasi esclusivamente quello coltivato con radici immerse in acqua, in questo post parleremo solo della coltura in acqua.

Spatifillo idrocoltura

Lo Spatifillo può crescere in acqua?

Con i giusti accorgimenti lo Spatifillo può essere coltivato in acqua per anni senza problemi. Per farlo, bisogna limitare l’introduzione di batteri (cattivi) e spore all’interno dell’acqua, garantire alle radici un’ossigenazione sufficiente e concimare con un fertilizzante specifico per idroponica.

Praticamente, è fondamentale:

  • Pulire l’apparato radicale da terriccio e impurità durnate rinvaso
  • Utilizzare acqua “sicura”. Bottiglia, rubinetto o piovana. Non acqua di fiume o stagnante.
  • Scegliere un vaso della giusta forma e dimensione.
  • Utilizza un concime per idroponica. Meglio se a lento rilascio.

Anche il periodo in cui si effettua il rinvaso è importante. Questo andrebbe fatto durante la ripresa vegetativa della pianta, cioè in primavera. Ma anche il resto della stagione calda va bene perché la pianta è reattiva e supera lo stress più velocemente.

Ora vediamo questi punti più nel dettaglio, in modo da comprenderli meglio e poter procedere senza indugi.

Come trasferire lo Spathiphyllum dal terriccio all’acqua

Per trasferire uno Spathiphyllum dal terriccio in cui cresce all’acqua bisogna ripulire bene l’apparato radicale da tutti i residui di torba o fibra di cocco in cui normalmente viene cresciuto. Successivamente, con delle forbici sterilizzate si vanno a tagliare tutte le radici secche o marce.

É un lavoro che richiede pazienza e precisione, per cui prenditi il tempo che serve e non essere frettoloso.

Spathiphyllum coltivazione in acqua

Se venisse immerso costantemente in acqua, il terriccio rischierebbe di creare marcescenza e tutti i batteri e le spore contenute al suo interno rischierebbero di compromettere la salute delle radici e della pianta stessa.

Il procedimento per ripulire le radici e rinvasare lo Spatifillo in acqua è il seguente:

  1. Innaffia lo Spatiphyllum 10-15minuti prima di iniziare, in modo che le radici e il panetto di terra si ammorbidiscano.
  2. Estrai la pianta dal vaso afferrandola alla base con decisione.
  3. Gratta via il terriccio dalle radici, con delicatezza e facendo attenzione a non romperle
  4. Risciacqua l’apparato radicale sotto al rubinetto finché non è completamente pulito e privo di residui di terriccio. Utilizza acqua tiepida per non recare uno shock alle radici.
  5. Se necessario utilizza uno stuzzichino o una pinzetta per togliere i pezzetti che rimangono incastrati vicino al rizoma.
  6. Taglia tutte le radici secche o marce, facili da riconoscere perché invece che essere bianche e sode sono marroni e mollicce. Usa una forbice sterilizzata con candeggina, alcool o fiamma.

    Solo se necessario.
  7. Se hai tagliato delle radici, lascia asciugare l’apparato radicale per un giorno in modo che i tagli possano cicatrizzare. Tieni la pianta in un posto umido e ombroso per evitare che si disidrati troppo velocemente.

    Se non hai fatto tagli salta questo passaggio e procedi con il punto 8.
  8. Prendi un vaso trasparente che sia abbastanza grande e pesante da poter contenere le radici e dare stabilità allo Spatifillo. Per evitare che si ribalti solitamente si preferisce usare contenitori in vetro sviluppati in altezza, con un imboccatura poco più larga del cespo che si vuole rinvasare.
  9. Posiziona la pianta all’interno del vaso ancora vuoto, assicurandoti che ci entri senza esercitare pressione sugli steli. Dev’essere stabile ma non pressata all’interno del vaso.

    Inoltre cerca di evitare di infossare troppo la pianta.
  10. Immergi le radici e il rizoma dello Spathiphyllum (la protuberanza dal quale crescono le radici e le foglie) in acqua, lasciando i tessuti verdi fuori.

Va precisato, che si può iniziare a coltivare lo Spatifillo in idrocoltura anche da talea, o meglio divisione dei cespi. Tagliando il rizoma in più parti e facendole radicare direttamente in acqua.

Come mantenere lo Spatifillo in acqua

Una volta che lo Spatifillo è stato trasferito in acqua inizia la fase di adattamento, che può durare circa 2-4 settimane a seconda del periodo dell’anno in cui si rinvasa la pianta. Se questo avviene in primavera, quando la pianta è più reattiva, sarà più rapido. In inverno invece sarà molto più lento.

Durante il periodo di adattamento, bisogna controllare periodicamente che le radici non marciscano, che le foglie dello Spatifillo non ingialliscano o peggio ancora marroni o nere. Così fosse bisogna tagliare tutte le parti compromesse.

Praticamente per un mese si osserva e si tagliano radici e foglie marroni e marce.

Nel frattempo, si rabbocca l’acqua all’occorrenza, e sostituiscila solamente se ha cattivo odore o si vede della “melma” all’interno.

Per il resto lo Spathiphyllum richiede le stesse cure che li si da in terra.

Una volta superato lo stress d’adattamento, bisogna iniziare a concimare la pianta con un fertilizzante specifico per l’idroponica. In commercio se ne trovano molti, ma quello che trovo più efficace e comodo è quello a rilascio graduale.

Basta darlo una o due volta durante la bella stagione e il gioco è fatto.

Finché l’acqua non viene cambiata (cosa che idealmente non serve fare per mesi e mesi), il concime verrà rilasciato gradualmente e fornirà alla pianta tutto ciò di cui ha bisogno per 3-6 mesi.

Che acqua usare per l’idroponica?

L’acqua ideale per la coltura idroponica dev’essere dolce, cioè povera di carbonato di calcio o magnesio (calcare). Inoltre deve avere un pH compreso tra 5,4 e 6,2 in modo che tutti gli elementi disciolti siano assimilabili dalla pianta.

Questo farebbe pensare che l’acqua di partenza perfetta sia quella osmotica, come quella del deumidificatore o che si usa per stirare.

In realtà anche questa ha un problema però, cioè che il suo pH tende a precipitare quando si aggiunge un po’ di fertilizzante. Scendendo ben oltre il valore di 5,4 citato prima.

Qual è allora l’acqua perfetta per la coltivazione dello Spatifillo in idrocoltura?

Personalmente ho trovato un ottimo equilibrio utilizzando 2/3 di acqua demineralizzata e 1/3 di acqua di rubinetto. Ma la cosa bella, è che anche gli Spathiphyllum cresciuti in sola acqua di rubinetto non hanno avuto problemi.

L’unica cosa che ho notato è che la velocità di crescita era leggermente inferiore, probabilmente dovuta proprio alle difficoltà maggiori nell’assorbire alcuni elementi nutritivi.

Se non vuoi complicarti la vita con attrezzi come il pHmetro, il conduttivimetro e acidi per regolare il pH, utilizza semplice acqua di rubinetto o in bottiglia e andrà comunque bene.

La fortuna è che nell’arco di poco tempo, si crea un ecosistema tra le radici, le sostanze che rilasciano, l’acqua e le alghe, che vanno a beneficiare la crescita della pianta e il suo sistema immunitario.

Per questo l’acqua andrebbe cambiata il meno possibile, anche se ci sono alghe all’interno. Ogni volta che lo si fa si interrompe questo processo.

Conclusioni

Ora hai capito come coltivare lo Spatifillo in acqua?

Come hai visto il procedimento è piuttosto semplice e intuitivo. Una volta rinvasato, le uniche accortezze da avere sono:

  • Tenere sotto osservazione la pianta durante il periodo d’adattamento. Rimuovendo le parti marce o danneggiate
  • Utilizzare un vaso di misura adeguata e che sia stabile
  • Rabboccare l’acqua man mano che viene assorbita dalla pianta o evapora
  • Cambiare l’acqua solo ed esclusivamente quando ha cattivo odore o le radici mostrano segni di marciume

Possiamo dire che è addirittura più facile che coltivare lo Spathiphyllum in terra, dove non è raro sgarrare con le annaffiature e incorrere in foglie nere, punte secche o ritrovarsi l’intero Spatifillo ammosciato.

Ora mi piacerebbe sentire la tua.

Come hai trovato l’articolo? Ha risposto alle tue domande? C’è qualcosa che vorresti aggiungere o hai qualche esperienza pregressa che ti piacerebbe condividere con gli altri lettori del blog?

Scrivilo qui sotto nei commenti.

13 commenti su “Spatifillo coltivazione in acqua: Come trasferirlo e mantenerlo in idrocoltura”

  1. Ho scoperto questo metodo che ritengo interessante e facile.
    Ultimamente mi è venuto il pallino della ” idrocultura” e mi piace.
    Solo una domanda, ho messo dell’argilla espansa X giardinaggio
    ma le palline risalgono e non capisco, visto che in alcuni tutorial
    rimangono ben ferme in basso. Gradirei avere consigli in merito
    e ringrazio per questa pagina dove trovo letture valide e interessanti.
    Grazie

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    • Buongiorno Gina, può capitare che alcune biglie di argilla galleggino all’inizio, solitamente vanno a fondo quando si sono impregnate bene d’acqua. Se intendi fare idrocoltura con argilla ricorda che il vaso non va immerso in acqua, ma bisogna lasciare solo qualche centimetro sul fondo. Quando questo è quasi asciutto poi si rabbocca.

      Un saluto Gabriele

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  2. grazie , esposizione chiara e semplice, mi cimentero in colture idroponiche partendo dallo spatifillo, grazie ancora

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