Oggi parleremo dell’Anthurium Clarinervium e delle cure per farla crescere in casa. É uno tra i più affascinanti membri di questa famiglia, che sta trovando spazio nelle case degli amanti di piante d’appartamento.
A differenza dell’ A. Andraeanum la sua bellezza non sta nei fiori, ma nelle foglie grandi, scure e vellutate, valorizzate dalle nervature argentate e ben definite.
Il vantaggio nell’avere foglie così raffinate ed eleganti sta nel poterne godere tutto l’anno.
La cura dell’Anthurium Clarinervium sotto molti aspetti è simile a quella degli altri Anthurium, ma essendo una pianta particolarmente pregiata (e costosa) vale la pena darle delle attenzioni in più.
Specialmente se si vogliono avere foglie perfette.
Ecco di cosa parleremo
- Chi è l'Anthurium Clarinervium?
- Come si cura l'Anthurium Clarinervium in appartamento?
- Clima: Come ricreare l'ambiente ideale?
- Terriccio: Qual'è il substrato ideale per l'Anthurium Clarinervium?
- Annaffiatura: Ogni quanto va innaffiato?
- Fertilizzante: Come e quando bisogna concimare?
- Rinvaso: Come rinvasare l'Anthurium Clarinervium e che vaso usare?
- Fioritura: Quando fiorisce e cosa posso aspettarmi?
- Propagazione: Divisione dei cespi e talea
- Parassiti: Quali sono e come curarli
- Malattie: Infezioni fungine e batteriche nell'Anthurium Clarinervium
- Considerazioni finali
Chi è l’Anthurium Clarinervium?
L’Anthurium Clarinervium è una pianta appartenente alla famiglia delle Araceae originaria del Messico, dove cresce prevalentemente come epifita o litofita.
In natura lo si trova aggrappato sulla corteccia degli alberi, su muschi o su terreni soffici e ricchi di fogliame e altra materia vegetale non ancora decomposta.
Come puoi immaginare, ha bisogno di un terriccio particolare, di cui parleremo tra poco.
É una pianta a crescita lenta e dalle dimensioni contenute rispetto ad altri Anthurium. Non porta via tanto spazio e per questo si adatta bene agli appartamenti.
I suoi fiori non sono neanche lontanamente belli e vivaci come quelli del suo “fratello famoso”, l’Andraeanum, ma assomigliano più a quelli di altre araceae.
Il motivo per cui l’Anthurium Crystallinum è così apprezzato sono le grandi foglie vellutate e piene di magnifici dettagli, che lasciano tutti a bocca aperta.
Come si cura l’Anthurium Clarinervium in appartamento?
L’Anthurium Clarinervium è una pianta che richiede poche cure, ma che bisogna imparare a padroneggiare a dovere se si vogliono avere foglie perfette. Un ambiente idoneo e un buon terriccio sono di grande aiuto, così come una giusta routine delle annaffiature.
Per quanto sia una pianta resistente, dei piccoli errori possono macchiare le foglie e farle perdere parte del suo fascino.
Capiamoci,
avere delle imperfezioni è normale ma se impariamo come curare l’Anthurium Clarinervium a dovere possiamo ridurle al minimo.
Clima: Come ricreare l’ambiente ideale?
Per ottenere il meglio dall’Anthurium Clarinervium in casa dobbiamo ricreare quanto più possibile il suo habitat naturale. Parliamo di una pianta originaria di climi caldi e umidi, che cresce all’ombra degli alberi godendo di qualche raggio di sole che filtra tra le chiome.
Si adatta bene alla vita in appartamento, purché si abbia una finestra luminosa e si riesca a mantenere l’umidità quanto più elevata.
Luce
L’Anthurium Clarinervium ha bisogno di abbondante luce diffusa. Il davanzale di una finestra esposta a sud-est o sud-ovest è perfetto, purché in primavera ed estate venga riparato dai sole diretto durante le ore centrali della giornata.
Questi rischiano di bruciare le foglie, specialmente quando fa caldo e il cielo è limpido.
Il sole del primo mattino o del tardo pomeriggio non è così forte e caldo da recare danni.
Durante l’inverno l’Anthurium può ricevere luce diretta, anche tutto il giorno, senza alcun problema. Anzi, lo apprezza molto e continuerà a crescere.
Temperatura
La temperatura ideale per l’Anthurium Clarinervium è compresa tra 20 e 27°C. Sopporta bene anche temperature più alte, purché rimanga in penombra e la luce non sia troppo intensa.
Essendo una pianta tropicale è poco tollerante nei confronti del freddo.
Le temperature minime non devono mai scendere sotto ai 15-16°C. Lo stress da freddo può provocare necrosi sulle foglie, rallentare il metabolismo della pianta e far insorgere malattie fungine.
Tutto sommato, i requisiti dell’Anthurium a livello di temperatura si sposano bene con quelle che troviamo solitamente in casa.
Umidità
L’umidità ambientale è un fattore molto importante nella cura dell’Anthurium Clarinervium. Non dovrebbe scendere mai sotto al 55-65%, meglio se si riesce a mantenere intorno al 70-80%.
Perché è così importante?
Semplicemente perché l’umidità regola l’apertura stomatica della pianta, se è molto bassa gli stomi si chiudono per ridurre la disidratazione. Di conseguenza riduce anche il trasporto dell’acqua all’interno della pianta che inizia ad afflosciarsi o a seccare lungo i bordi delle foglie.
Il problema si pone soprattutto durante l’inverno, quando il calore dei termosifoni secca molto l’aria.
In questi casi si possono adottare alcuni accorgimenti per riportare l’umidità a livelli accettabili, come:
- Spostare l’Anthurium in stanze più umide (come bagno, lavanderia o cucina).
- Avvicinare le piante affinché si crei un microclima tra le foglie.
- Utilizzare le classiche vaschette d’acqua per caloriferi.
- Lasciare dell’acqua nei sottovasi, mettendoci dei sassolini o dell’argilla espansa affinché il vaso non sia direttamente a contatto con l’acqua.
- Nebulizzare dell’acqua sulle foglie al mattino, facendo attenzione durante l’inverno e mantenendo l’aria ventilata.
- Utilizzare un umidificatore ad ultrasuoni, senza mai puntarlo direttamente sulla pianta per evitare l’insorgere di infezioni fungine o batteriche. Ne vale la pena quando si hanno piante di valore come questa.
Ventilazione
Essendo una pianta epifita o litofita, l’Anthurium Clarinervium adora il ricircolo d’aria. Non sto parlando di forti venti o correnti d’aria fredda ma di una leggera ventilazione che tiene l’aria in movimento intorno alle foglie.
Questo non solo beneficerà la crescita ma ridurrà drasticamente la probabilità di avere problemi fungini dovuti a sacche d’aria umida.
Terriccio: Qual’è il substrato ideale per l’Anthurium Clarinervium?
Il terriccio ideale per l’Anthurium Clarinervium è arioso e drenante, composto sia di particelle fini che grossolane in modo da distribuire bene l’acqua al suo interno pur mantenendo un’ottima aerazione.
In un substrato compatto con tanta ritenzione idrica le radici dell’Anthurium marcirebbero rapidamente.
Ricorda che in natura cresce sulla superficie del terreno, dove si trovano un sacco di foglie non ancora decomposte, pezzetti di corteccia caduta dagli alberi e sedimenti. Spesso la si trova anche su muschi o aggrappata alla corteccia degli alberi.
Nonostante vengano bagnate spesso dalla pioggia, le radici hanno sempre modo di asciugare.
Il terriccio per l’Anthurium Clarinervium dovrebbe contenere:
- 1/3 di parti fini: Come la fibra di cocco o la torba. Consiglio la fibra di cocco perché è più durevole, si idrata più facilmente e asciuga prima.
- 1/3 di parti medie: La perlite è perfetta, perché migliora l’aerazione pur trattenendo una buona quantità di acqua al suo interno.
- 1/3 di parti grosse: Come il bark per orchidee (pezzatura media o fine) oppure l’argilla espansa.
Finché la pianta ha dimensioni contenute, può essere anche coltivata in sfagno (parlo del muschio), facendo attenzione ad annaffiarlo con cautela per evitare che assorba troppa acqua.
Un pochino di sfagno può essere avvolto alla base della pianta per aiutarla a produrre radici dai nuovi cespi.
Annaffiatura: Ogni quanto va innaffiato?
L’Anthurium Clarinervium va annaffiato quando lo strato superficiale del terriccio è asciutto. Per capirlo bisogna infilare il dito un paio di centimetri nel substrato. Essendo una pianta epifita, è molto sensibile al ristagno idrico che porterebbe le radici a marcire rapidamente.
Se annaffi troppo spesso, il primo sintomo sono le foglie gialle, seguite da un graduale deperimento della pianta dovuto ai problemi all’apparato radicale.
In modo analogo all’annaffiatura dell’Anthurium Andraeanum, bisogna sempre bagnare abbondantemente e aspettare che il terriccio asciughi.
Non cadere nella trappola delle frequenti micro irrigazioni. Se utilizzi un substrato molto drenante (come consigliato prima) non bisogna aver paura di innaffiare bene, perché questo lascerà scorrere rapidamente l’acqua in eccesso.
Durante l’estate, quando fa caldo e la pianta è in piena crescita si può annaffiare quando il terriccio è leggermente umido, per evitare che qualche ora di ritardo possano far afflosciare le foglie.
Fertilizzante: Come e quando bisogna concimare?
La concentrazione e la frequenza delle concimazioni dell’Anthurium Clarinervium varia durante l’anno, seguendo la velocità di crescita ed il suo metabolismo. Solitamente si tende a concimare da marzo a settembre, quando le giornate sono più luminose e la pianta cresce di più.
Durante l’autunno e l’inverno invece si riduce la concentrazione del fertilizzante o si interrompe completamente la concimazione.
Il fertilizzante dev’essere equilibrato (valori NPK uguali o quasi) e contenere tutti i micronutrienti necessari alla pianta. L’aggiunta di sali di epsom (1gr per litro d’acqua) è consigliata come integratore di magnesio.
L’Anthurium Clarinervium è una pianta a crescita lenta, e quindi richiede poco concime.
La frequenza delle concimazioni è soggettiva, puoi concimare ogni 4 annaffiature utilizzando il dosaggio consigliato dal produttore, oppure ogni volta che bagni utilizzando 1/4 del dosaggio.
Io preferisco concimare ad ogni annaffiatura (o quasi) con dosaggio ridotto.
Rinvaso: Come rinvasare l’Anthurium Clarinervium e che vaso usare?
Per rinvasare l’Anthurium Clarinervium bisogna tenere in considerazione due fattori importanti, il tipo di terriccio e la dimensione del vaso. Questi due elementi ti semplificheranno la vita e ti aiuteranno a prevenire problemi di ristagno idrico e marciume radicale.
Visto che abbiamo già parlato del terriccio qualche paragrafo fa, concentriamoci ora sul vaso.
Il vaso per l’Anthurium clarinervium può essere plastica o terracotta, io consiglio i vasi trasparenti per orchidee perché permettono controllare facilmente le radici all’occorrenza.
Deve riuscire a contenere le radici e permetterli di crescere per un paio di anni ma non essere troppo grande per evitare che asciughi lentamente.
L’Anthurium va rinvasato solitamente ogni 2-3 anni, quando la pianta è cresciuta molto o perché il terriccio si è compattato. Un altro caso è quando le radici stanno marcendo.
Il procedimento lo spiego passo passo in questo post: Come e quando rinvasare l’Anthurium.
Fioritura: Quando fiorisce e cosa posso aspettarmi?
Come tanti Anthurium, anche il Clarinervium ha una fioritura spontanea che può avvenire in qualsiasi periodo dell’anno. In Italia questo accade soprattutto in primavera ed estate quando la pianta cresce di più.
I fiori dell’Anthurium Clarinervium non sono neanche lontanamente colorati e vivaci come quelli dell’Andraeanum o dello Scherzerianum, ma conferiscono alla pianta un aspetto più slanciato e possono avere il loro fascino.
Sono simili ai fiori di molte Araceae, con un lungo spadice a forma di spiga e una spata piuttosto misera.
I fiori, quando vengono impollinati producono delle escrescenze bitorzolute che all’interno contengono i semi.
Propagazione: Divisione dei cespi e talea
L’Anthurium Clarinervium può essere propagato da seme, per divisione dei cespi o per talea sezionando il fusto in due o più parti.
La riproduzione da seme viene solitamente messa in pratica quando si vogliono incrociare tra loro piante della stessa specie e si cerca di ottenere dei nuovi ibridi. Solo di rado viene utilizzata in casa, solitamente solo dai coltivatori più appassionati.
Propagare l’Anthurium per divisione dei cespi o talea è molto più rapido ed efficace, perché permette di avere in poco tempo delle nuove piante già radicate. E ci da la certezza di avere esemplari identici alla pianta madre.
Il momento migliore per farlo è quando la pianta è in fase attiva di crescita, cioè primavera o estate nella maggior parte dei casi (salvo non si integri la luce con lampade da coltivazione durante le stagioni fredde).
Clicca su questo link per leggere il procedimenti esatto per moltiplicare l’Anthurium per talea o divisione dei cespi.
Parassiti: Quali sono e come curarli
Tra i parassiti che possono infestare l’Anthurium Clarinervium troviamo numerosi insetti fitofagi comuni ad altre piante d’appartamento, come:
- Afidi
- Cocciniglia
- Tripidi
- Mosca bianca
- Acari (che in realtà non sono insetti ma aracnidi, tant’é che vengono chiamati ragnetti rossi)
- Nematodi
Questi parassiti pungono le foglie o le radici dell’Anthurium per nutrirsi della linfa. Oltre a compromettere la salute generale della pianta, le loro punture aprono la strada a malattie fungine, batteriche o virali.
I sintomi tipici differiscono a seconda del parassita, ma solitamente si contraddistinguono da piccoli puntini o macchie scolorite sulle foglie e deformazioni nella crescita (salvo nel caso dei nematodi che colpiscono esclusivamente l’apparato radicale).
Nel caso di insetti grossi, come gli afidi, la cocciniglia o la mosca bianca è possibile riconoscerli ad occhio nudo.
Per debellare i parassiti dell’Anthurium si possono utilizzare sia rimedi naturali che fitofarmaci. La cocciniglia per esempio può essere curata in vari modi, ho scritto un post applicato nello specifico alle orchidee ma che funziona anche sugli Anthurium. Ecco il link “Cocciniglia, 6 rimedi naturali e non per debellarla“.
Gli antiparassitari specifici che ti consiglio sono:
Malattie: Infezioni fungine e batteriche nell’Anthurium Clarinervium
L’Anthurium Clarinervium è particolarmente sensibile alle malattie fungine, tipiche degli ambienti poco ventilati o dove c’è ristagno idrico. Questo può essere sia sulle foglie che tra le radici.
Il marciume radicale è una malattia provocata dal fungo Pythium che attraversa le pareti delle radici attraverso l’acqua stagnante nel terriccio.
Nel caso di marciume radicale bisogna rimuovere tutte le radici marce dell’Anthurium utilizzando delle forbici sterilizzate e successivamente rinvasare la pianta. In seguito (specialmente in caso di recidività) si può trattare la pianta con un fungicida citotropico.
Le malattie sulle foglie sono spesso dovute ad ambienti umidi con poco ricircolo d’aria, oppure accade quando l’acqua spruzzata sulle foglie non asciuga abbastanza rapidamente.
Ho scritto un articolo dettagliato che parla proprio delle malattie dell’Anthurium. Clicca il link per saperne di più.
Considerazioni finali
A differenza del fratello famoso, l’Anthurium Clarinervium cresce lentamente e per questo bisogna curare bene certi aspetti della sua coltivazione.
Il rischio è quello di rovinare (o peggio ancora perdere) alcune delle sue foglie, e poiché solitamente non ne ha molte, rischiare di perdere l’intera pianta.
Curare l’ambiente e trovare il posto giusto in cui tenerlo è la cosa più importante.
- Abbondante luce indiretta
- Temperature domestiche >18-20°C
- Ambiente ventilato ma al riparo da spifferi d’aria fredda
- Umidità alta, più alta possibile
In queste condizioni la cura dell’Anthurium Clarinervium diventa facilissima.
Se poi ci aggiungiamo un terriccio molto drenante e arioso, e lo annaffiamo quando è asciutto in superficie il gioco è fatto.
Con qualche cura extra scritta qui sopra l’Anthurium crescerà lento e inesorabile, diventando sempre più grande e bello anno dopo anno.