Usare un substrato di qualità è il primo passo per avere successo nel mantenimento di terrario in vetro, non solo rende più facili le sue cure, ma aiuta le piante al suo interno a crescere sane e senza problemi.
In questa guida andrò a spiegare come stratificare il substrato e fare un buon terriccio per un terrario chiuso (umido) così da semplificare e rendere più soddisfacente questo splendido hobby.
Come stratificare il substrato di un terrarium
Poiché i vasi nei quali vengono fatti i terrari sono sprovvisti di fori di drenaggio è fondamentale creare degli strati che permettano all’acqua di non ristagnare all’interno del substrato facendo marcire tutto.
Partendo dal basso la stratificazione si divide in:
- Fondo drenante: Questo strato migliora notevolmente l’aerazione ed evita che l’acqua in eccesso venga assorbita dal substrato portandolo a saturazione, creando un ambiente anaerobico che fa marcire le radici. Possiamo vedere questo strato come un’ancora di salvezza nel caso in cui bagnassimo troppo, non andrebbe comunque inondato d’acqua ma è d’aiuto nel caso in cui per sbaglio dovesse accadere.
- Retina: Una rete a maglia molto fine serve per isolare il fondo drenante ed evitare che il substrato finisca al suo interno.
- Strato di carbone attivo (opzionale): Il carbone attivo aiuta a combattere eventuali spore di funghi all’interno del terrario ed assorbe l’acqua in eccesso evitando che rimanga negli interstizi del suolo. Si può spargere un sottile strato sufficiente a ricoprire la rete o mischiarlo direttamente all’interno del substrato.
- Substrato: Il substrato costituisce la porzione più grande e quella nel quale crescono le radici. Affinché le piante possano prosperare è importante che sia leggero ed arioso in modo da non impregnarsi d’acqua e soffocare le radici. Per intenderci, il livello d’umidità dovrebbe essere pari a quello di una spugna dopo esser stata strizzata.
Il fondo drenante può essere fatto da argilla espansa, sassolini, pomice ,lapillo di pezzatura medio/grossa o qualsiasi altro materiali inorganico che crei ampi spazzi tra un granello e l’altro.
Una volta acquisita una certa esperienza con le annaffiature questo strato può essere evitato, magari nel caso di terrari piccoli dove bisogna salvere spazio.
Che terriccio usare per il terrario?
Il terriccio per terrario (o per meglio dire substrato) dev’essere composto all’incirca da ½ matrice fine, con buona ritenzione idrica e ½ matrice grossa e drenante. Questo ci lascia un’ampia scelta tra materiali da usare per comporre il mix, partendo dai più basilari come 50%terriccio a base di torba e 50% perlite fino a quelli più complessi.
Alcuni substrati drenanti sono:
- Bark fine
- Lapillo vulcanico
- Akadama
- Pomice
- Seramis
- Pon
- Sabbia
- Perlite
Substrati con buona ritenzione idrica sono:
- Fibra di cocco
- Muschio di sfagno
- Terriccio universale
- Torbe
Personalmente non amo la torba perché trattiene troppa acqua, si restringe quando si asciuga fino a diventare compatta e non permettere una buona aerazione. Preferisco di gran lunga la fibra di cocco (coco coir) anche se essendo priva di elementi nutritivi non può essere usata come substrato fine a se stesso. Andrebbe ammendata con humus di lombrico per apportare le sostanze nutritive. Se non viene fatto le piante entrano rapidamente in carenza nutritiva, perdono di vigore e le foglie diventano gialle.
La perlite invece, anche se ottima dal punto di vista fisico (molto ariosa) trovo che rovini un po’ l’aspetto estetico della composizione.
Per un sano sviluppo delle piante bisogna anche considerare la concimazione. C’è chi sostiene che sia meglio non includere concime all’interno del substrato per evitare che le piante crescano troppo velocemente e colonizzare il terrario.
Personalmente preferisco concimare (con moderazione) mischiando circa 1/4 di humus di lombrico al substrato in fase di allestimento. Le piante rimangono più vigorose e folte, con foglie belle verdi. Ovviamente anche la crescita si velocizza, ma per questo basta ricorrere ad una potatura saltuaria.
La mia ricetta per un ottimo substrato per terrario
Dopo vari esperimenti ho finito per trovare un buon equilibrio tra ritenzione idrica, drenaggio e ariosità mescolando tra loro diversi elementi, come coco coir, lapillo vulcanico, akadama, sfagno e humus di lombrico
Ecco com’è composto il mio substrato per terrarium ideale:
- 2 part1 di fibra di cocco
- 2 parti di humus di lombrico (concime naturale a lento rilascio)
- 1 parte di akadama
- 1 parte di lapillo vulcanico fine (in alternativa seramis o pomice)
- 1 parte di muschio di sfagno tagliuzzato fine
Amo molto utilizzare diversi substrati, ma se dovessi limitarmi a 3 materiali facili da reperire utilizzerei:
fibra di cocco, humus di lombrico e lapillo vulcanico in parti uguali. Per ottenere un mix simile ma 100% organico si può sostituire il lapillo vulcanico con bark di pezzatura fine.
Fibra di cocco
La fibra di cocco proviene dagli scarti della produzione del cocco ed è costituita dal midollo fibroso che circonda la noce, lasciato asciugare e successivamente tritato fino a raggiungere un substrato esteticamente simile alla torba. Rispetto a quest’ultima il coco coir ha la caratteristica di essere più arioso e di assorbire un’abbondante quantità d’acqua senza restare fradicio.
Muschio di sfagno
Particolare tipo di muschio con struttura allungata, all’interno di un mix per terrarium aiuta ad aumentare la ritenzione idrica, acidifica il pH e aiuta le piante a sviluppare un buon apparato radicale. Oltre a questo ha naturali proprietà antifungine ed è privo di elementi nutritivi. Prima di utilizzarlo assicurati di inumidirlo e di tagliarlo in pezzetti molto piccoli, questo ti aiuterà a mischiarlo in modo omogeneo senza creare aree troppo umide o sacche d’aria.
Corteccia di pino
Molto diffusa nella coltivazione delle orchidee, la corteccia di pino (detta bark) è un substrato molto drenante, capace però, di trattenere una discreta quantità d’acqua al suo interno che rilascia gradualmente. In commercio la si può trovare in diverse pezzature, anche se quella che prediligo per l’uso in terrarium è senz’altro quella fine. Salvo non la si voglia utilizzare come decorazione in superficie.
Humus di lombrico
L’humus di lombrico è un concime organico derivato dalla decomposizione del compost per mezzo dei lombrichi appunto, costituisce la parte nutriente del substrato poiché tutti gli altri ingredienti sono privi (o quasi) di elementi nutritivi.
Ti consiglio vivamente di usare humus di lombrico come concime e non compost da giardino perché spesso e volentieri è pieno di spore di funghi, uova di parassiti o parti non ancora decomposte che all’interno di un terrario chiuso possono causare più danni che benefici.
Lapillo vulcanico
Il lapillo vulcanico è un’ottimo materiale per comporre il substrato di un terrarium, ha una buona ritenzione idrica pur restando drenante allo stesso tempo, eccellente per far respirare le radici ed evitare che il suolo si compatti. La sua struttura interna è molto porosa, il che permette di trattenere acqua mentre lascia scivolare via gli eccessi. A questo aggiungo il fatto che è esteticamente molto bello e dall’aspetto naturale.
La granulometria che preferisco è quella di 3-5 mm. Va lavato bene prima dell’utilizzo, io lo lascio in ammollo qualche giorno avendo l’accortezza di cambiare l’acqua almeno un paio di volte.
Akadama
L’akadama è un’argilla di origine vulcanica nota per essere il principale componente nella maggior parte dei mix per bonsai. Ha una buona ritenzione idrica e un buon drenaggio migliorando l’ossigenazione del substrato. L’akadama appartiene ai substrati inerti ed è quindi priva di elementi nutritivi. La misura che preferisco è quella media.
Seramis
Substrato derivante dalla cottura dell’argilla ad alte temperature, la sua struttura leggera e porosa è in grado di assorbire acqua permettendo agli eccessi di drenare. La sua produzione segue lo stesso processo dell’argilla espansa, ma ha come risultato un substrato che trattiene più acqua e più capillare.
Pomice
La pomice è una roccia magmatica che si forma attraverso eruzioni di tipo esplosivo, ha un’elevata porosità, maggiore rispetto ai substrati sopracitati, tant’è che trattiene meno acqua al suo interno a vantaggio dell’aria. Un substrato che usa pomice come matrice drenante asciuga prima rispetto ad uno con lapillo vulcanico o seramis di pari misura.
Esistono diverse pezzature in commercio, quella che preferisco è piuttosto fine, circa 3-5 mm.
Conclusione
Spero che questa guida ti abbia chiarito le idee su come fare un buon terriccio per il tuo terrarium e soprattutto come creare diversi livelli affinché il substrato rimanga sano, drenante e ben ossigenato.
Forse la ricetta che ho menzionato può sembrarti un po’ elaborata, io mi ci trovo benissimo ma può comunque essere semplificata e ridotta a 3 semplici materiali reperibili facilmente online. E nulla vieta di poterne usare di diversi, l’importante è capire il ruolo che hanno nel mix.
Al di la di questo, ancor più importante è riuscire a creare 2 livelli separati tra loro grazie ad una retina molto fine, lo strato drenante di fondo e il substrato. Al quale è buona prassi aggiungere un sottile strato di carbone attivo per ridurre le chance di muffe e funghi.
E questo è praticamente tutto a riguardo. Visto che siamo in fase di allestimento ti consiglio di dare un’occhiata alle mie 21 piante per un terrarium chiuso preferite.
Se hai ancora delle domande, o hai esperienze che vorresti condividere con gli altri lettori del blog, ti invito a scriverle qui sotto nei commenti.